“L’Italia avrebbe il compito essenziale di far da traino per tutte le problematiche della salute per i paesi del Mediterraneo: è la sua vocazione e l’Ue si attende che la interpreti con decisione”. Ad affermarlo è il commissario per la Salute dell’Ue,
Tonio Borg, in un’intervista pubblicata sull’ultimo numero di
AboutPharma and Medical Devices. Una responsabilità grande e a cui è difficile rispondere. Perché il contesto Mediterraneo è anche quello gravato dal fenomeno dell’immigrazione, con i suoi morti in mare e i suoi sopravvissuti che vivono in condizioni di disagio e precarietà nei centri di accoglienza sparsi nel Sud d’Italia. Anche per questo parlare di Unione Europea è per molti impossibile.
Troppe diversità tra i tanti Paesi che la compongono, e come si fa a mettere insieme Scandinavia e Mediterraneo, Carpazi e Pirenei? Per Tonio Borg è possibile: “Per estrazione culturale e politica io sono un sostenitore della sussidiarietà – afferma nell’intervista – e penso che soprattutto nell’ambito della salute occorra armonizzare il necessario centralismo e gli elementi di sussidiarietà: dove non si può combattere la battaglia da soli, essere cittadini europei deve risultare un evidente vantaggio”. Perché Europa “non è solo crisi, ma anche difesa della salute”.
Questo non significa che ogni Paese, individualmente, non debba fare la propria parte. E secondo Borg non ci si può neanche aspettare che le riforme “siano a costo zero”. Ma “senza riforme radicali i sistemi non sono più sostenibili”. La soluzione è “puntare a farle senza ricorrere a tagli selvaggi”. E puntare all’e-health, che secondo Borg rappresenta “uno strumento strategico di risparmio. L’E-Health Network avviato dall’Ue può diventare un motore di contenimento di costi, però occorre crederci tutti”.
Il problema, secondo il ‘ministro della Salute Ue’, sta anche nel fatto che “i ministri della salute si vedono due volte l’anno, mentre quelli dell’economia lo fanno ogni mese: non si potrebbe intensificare il calendario? Riusciremmo così ad interloquire con più forza con gli altri settori politico-decisionali”.
Le cose da fare, d’altra parte, sono tante. Epatiti virali, diabete, dipendenze e soggetti deboli, ad esempio, che “sono al centro delle nostre attenzioni. Lo sforzo congiunto di clinici, governi, agenzie regolatorie e pazienti deve farci abbreviare i tempi di risposta: più siamo veloci, più vite vengono salvate”. D’altra parte, l’aviaria e la febbre suina hanno già dimostrato, secondo Borg, che non tutte le battaglie possono essere vinte se condotte individualmente. “I vari tipi di minacce per la salute possono essere affrontati con una strategia uniforme a livello dell’Ue”.
Ma il vantaggio di essere cittadini europei, secondo il commissario alla Salute Ue, non risiede solo nelle grandi minacce. “La direttiva transfrontaliera, entrata in vigore il 25 ottobre (in Italia, com'è noto,
la scadenza slitta al 4 dicembre), sarà molto importante per noi perché ci darà modo di vedere quali ostacoli naturali dovrà affrontare un percorso di abbattimento di frontiere non riferito a regole di commercio. Vogliamo che la direttiva sia non solo carta inutile e stiamo lavorando per produrre un bench-marking per registrare tempi, modi e criticità della sua implementazione”. Nella Crossboarder directive, ad esempio, si sancisce che la ricetta per i farmaci emanata in Italia sarà valida anche in Francia, o in un altro Paese UE, e non sarà quindi più necessario andare da un medico francese per una nuova prescrizione. “Questa è l’Europa dei cittadini! Questo indica l’utilità di essere cittadino europeo”, afferma Borg.
Nessuno si attende un boom di viaggi della speranza. “Il nostro intento è vedere come reagisce il sistema sanitario e dei rimborsi, visto che se io vado a curarmi in un paese che non è il mio, sono portato a pagare in quel paese, ma sarò rimborsato per le cure nel mio paese d’origine. Speriamo inoltre, in tempi relativamente brevi, di poter definire uno European reference network per strutture sanitarie e centri di cura ad alta specializzazione”, spiega Borg.
Nell’agenda del commissario alla Salute Ue ci sono anche nuove ipotesi legislative. A cominciare dalla direttiva sulla limitazione dell’uso del tabacco e la nuova regolamentazione dei trials clinici. “La prima – spiega Borg - ha l’obiettivo di diminuire i fumatori di circa 2,5 milioni e ha avuto una prima approvazione il 21 giugno e l’8 ottobre apriremo il dibattito parlamentare: poi inizieranno i negoziati con singoli governi. “Punto a concludere tutto l’iter entro la fine di questa legislatura, quindi entro il 2015”. Quanto al regolamento per la sperimentazione clinica, “avrà forza stringente univoca per tutti gli Stati. Abbiamo fatto questa considerazione: c’è un declino di trials qui in Europa, con indebolimento delle università, dei centri di ricerca e delle aziende. Bene: vogliamo proteggere i pazienti, ma anche non creare ostacoli per queste ricerche, offrendogli un terreno più fertile che nel passato. Gli daremo forte spinta rafforzando gli aspetti etici”.