“In un sistema moderno di Educazione Continua in Medicina il ruolo delle aziende deve essere riconosciuto nella giusta misura e il loro intervento non deve essere visto come un'ingerenza, ma come un'opportunità di arricchimento in termini di esperienza e competenze Non solo, la costante riduzione dei fondi pubblici destinati alla Sanità, rende purtroppo indispensabile il contributo economico da parte delle aziende alla realizzazione dei programmi Ecm: senza di esso il Ssn non sembra in grado di sostenere la formazione continua del personale sanitario”. Questa la posizione che Angelo Fracassi, Presidente di Assobiomedica, ha espresso oggi intervenento a Cernobbio nell'ambito del seconda Conferenza Nazionale sulla Formazione Continua in Medicina. “
“Il ruolo giocato dalle imprese nella formazione in medicina - ha dichiarato Fracassi - non può essere letto solo in chiave economica. Oggi la medicina è uno dei settori nei quali l'evoluzione tecnologica è elemento determinante e pertanto il contributo delle aziende produttrici nella formazione e nell'addestramento applicativo è condizione imprescindibile”.
Secondo Assobiomedica, l'approccio tra il sistema di formazione continua in medicina e le aziende non deve essere improntato sul sospetto e sulla diffidenza, ma deve basarsi su una collaborazione finalizzata alla definizione di norme che regolino i rapporti tra tutti i soggetti coinvolti e assicurino controlli efficaci. “O si nega il fatto che l'industria è parte integrante del sistema salute, e non lo si può onestamente affermare dal momento che senza tecnologie la sanità non funzionerebbe, oppure bisogna che il ruolo dell'industria venga reso evidente, soprattutto se si vogliono evitare ingerenze inaccettabili”, ha osservato Fracassi.
Il presidente ha quindi affermato che la riforma del sistema ECM sembra andare nella giusta direzione, ma in modo ancora insoddisfacente: infatti le proposte concrete avanzate da Assobiomedica nella logica della trasparenza e della responsabilizzazione di tutti gli attori del sistema “sono state ancora in buona parte ignorate”. E la parziale apertura che la Commissione nazionale ECM pare aver concesso non soddisfa l'Associazione: “Se questo rappresenta l'inizio di un percorso verso la trasparenza - ha concluso Fracassi - è positivo, ma se la questione del conflitto di interessi e il ruolo dell'industria dovessero restare in questi termini, non possiamo che dirci molto delusi”.