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QS Edizioni - giovedì 18 luglio 2024

Cronache

Roma. Allarme 118. Smi: "Nei primi 6 mesi dell'anno già 20 aggressioni"

immagine 26 giugno - Il Sindacato dei medici italiani del Lazio sottolinea che la recente escalation "ha carattere esponenziale e non si tratta certo di episodi sporadici". E agli episodi più noti bisogna poi aggiungere "quelli che non vengono neanche segnalati dagli operatori sanitari".
Le aggressioni ai danni degli operatori dell’Ares 118 stanno registrando un’escalation preoccupante. Secondo i dati forniti dal Sindacato dei medici italiani del Lazio (Smi), negli ultimi 5 anni, il numero delle violenze è salito del 20%. A Roma e provincia, se si paragonano i primi 6 mesi del 2012, in cui si sono verificate 9 aggressioni, ai i primi 6 mesi del 2013, in cui ne sono avvenute 20, emerge un dato ancor più allarmante.

“Tale escalation ha carattere esponenziale e non si tratta certo di episodi sporadici - ha sottolineato Francesca Perri, responsabile nazionale 118 e pronto soccorso per Smi e Fvm – Ne è testimonianza quanto accaduto lo scorso 12 e 19 giugno nel quartiere San Basilio, a Roma”. Bisogna poi aggiungere che “molti episodi non vengono neanche segnalati dagli operatori sanitari e le cause sono molteplici; non ultima quella di non essere a conoscenza che, l'Ares 118, è provvisto di un apposito ufficio di Risk-Management, grazie al quale è possibile registrare i dati, con diretta comunicazione al Ministero della Salute”.

Nel complesso dall'inizio dell'anno, solo su Roma e provincia, “sono stati effettuati oltre 135.000 soccorsi dall'Ares 118 che corrispondono, complessivamente, al numero di accessi al pronto soccorso di 4 grandi nosocomi romani” Si tratta quindi di numeri che lasciano intendere “l’importanza basilare del servizio che funziona 24 ore su 24, pur essendo privo di tutele e in costante sotto-organico”.

Di conseguenza, Smi e Fvm-Lazio, “nell'esprimere solidarietà a tutti gli operatori dell'Ares 118, che svolgono un importante lavoro di emergenza-urgenza per garantire, quotidianamente, sul territorio, un bene che si chiama salute, intende richiamare l'attenzione delle Autorità e della popolazione, affinché non si verifichino più atti di violenza ai danni di – conclude Perri - un servizio d'emergenza di importanza strategica”. 
26 giugno 2013
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