La crisi del debito rischia di togliere letteralmente il 'sangue' ai cittadini greci. La Croce Rossa svizzera (Crs) ha infatti deciso di dimezzare la fornitura di sangue alla Grecia entro il 2020, a causa di pagamenti arretrati per cinque milioni di franchi, circa 3 mln di euro. Un problema che se non affrontato rischia di creare enormi disagi. In Grecia vi è un’alta incidenza di casi di anemia che sommata alla scarsa incidenza delle donazioni costringe da anni il governo di Atene a importare anche le sacche di plasma. In ogni caso, la Croce rossa svizzera ha comunque assicurato supporto al sistema di donazioni. “Non si è trattato di una decisione facile, ma i mancati pagamenti non erano più sostenibili” dichiarato all'agenzia svizzera Ats
Rudolf Schwabe, direttore delle donazioni di sangue della CRS.
Ma le prime riduzioni partiranno già nel 2015, anno da cui la fornitura di sangue verrà gradualmente ridotta. Ad oggi vengono consegnati alla Grecia ogni anno 30.000 sacche contenenti fra i 220 e i 300 millilitri di sangue, contro un pagamento di cinque milioni di franchi. Per fare questo si attinge alla riserva d'emergenza, che consiste nel 10% circa di tutte le donazioni. Ma il denaro proveniente da Atene viene utilizzato copre solo i costi amministrativi, di laboratorio e della logistica.
"Il sangue viene donato gratis", ha spiegato Schwabe, Una prima decisione di dimezzare a lungo termine le forniture era già stata presa due anni fa. Vista la grave crisi in Grecia, la Crs ha però scelto di intervenire in modo soft. Dopo lunghe discussioni con Atene, due mesi fa è stato deciso di ridurre le forniture a tappe. Una compensazione più rapida sarebbe stata impensabile, anche perché la Grecia dagli anni '70 si rifornisce di sangue solo dalla Svizzera.