Fanno già discutere le parole dell’arcivescovo di Colonia sulla pillola del giorno dopo. O perlomeno rappresentano una novità rispetto alle posizioni più volte espresse dalla Chiesa cattolica sulle pillole anti gravidanza. Il tema è al centro del dibattito in Germania dopo il caso del rifiuto di assistenza da parte di due cliniche cattoliche (i cui medici temevano di infrangere le linee guida dettate dalla chiesa locale) subito da una giovane ragazza, vittima di violenza sessuale, che chiedeva la prescrizione del farmaco contraccettivo
E proprio su quest’aspetto è intervenuto l’arcivescovo che in una nota come riportato dal Gr Rai ha spiegato che se il medicinale ''viene impiegato con l'intenzione di impedire la fecondazione, allora” dal suo punto di vista ha scritto in una nota Meisner “è sostenibile''. Al contrario, ha sottolineato l’arcivescovo, quando la 'pillola del giorno dopo' venga utilizzata “per impedire che un ovulo già fecondato si annidi nell'utero, allora il suo uso non è accettabile”.
Il cardinale ha anche aggiunto di non avere nulla in contrario al fatto che nelle cliniche cattoliche si spieghi alle vittime di violenza sessuale tutti i metodi per impedire la gravidanza, anche ''quelli non sostenuti dalla Chiesa cattolica'', a patto che, ha concluso Meisner i medici si impegnino ''senza esercitare pressioni” ad argomentare “in maniera adeguata anche la posizione cattolica''.