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QS Edizioni - giovedì 18 luglio 2024

Cronache

Hpv. Onda: “Ancora poche le ragazze vaccinate". I dati nelle Regioni

immagine 22 gennaio - In Toscana e Puglia sono state completate le coorti dei 12 e 16 anni. Mentre in Sicilia e Campania la copertura vaccinale supera di poco il 50%. I dati sono emersi nel corso della conferenza stampa organizzata da Onda in occasione della Settimana europea della prevenzione del  carcinoma della cervice uterina .
Non che manchino ottime prospettive per il futuro, ma allo stato attuale il quadro sul tumore alla cervice uterina e sulla campagna vaccinale contro il papilloma Virus si presenta ancora con molte ombre.
La campagna vaccinale contro il Papilloma Virus è infatti appena scaduta. Il bilancio? Sono 11 le Regioni che hanno raggiunto una copertura del 70%, per le ragazze nate nel 1997 per 3 dosi del vaccino contro l’Hpv, 9 Regioni hanno raggiunto questo obiettivo per la coorte di nascita del 1998 e 5 quelle per le ragazze nate nel 1999. In Toscana e Puglia invece sono state completate le coorti dei 12 e 16 anni e ci si propone di raggiungere la fascia dei 21 e 25 anni. Ma in Campania e Sicilia siamo ben sotto la soglia minima: si supera di poco la copertura del 50%.
 
Sono questi i dati emersi nel corso della conferenza stampa organizzata da O.N.D.a, l'Osservatorio Nazionale per la salute della Donna, alla Camera dei Deputati,  in occasione della settimana europea della prevenzione del carcinoma della cervice uterina 2013.
 
“Alla scadenza della campagna vaccinale contro il Papilloma Virus – ha detto Walter Ricciardi, Direttore del dipartimento di sanità pubblica del Policlinico Gemelli di Roma – è stata raggiunta una copertura per 3 dosi del 70% da 11 Regioni per la coorte di nascita 1997, da 9 Regioni per la coorte di nascita 1998 e da 5 Regioni per la coorte di nascita 1999. Ma l’obiettivo posto dall'attuale Piano nazionale della prevenzione vaccinale 2012-2014 indica una copertura vaccinale per 3 dosi di vaccino ≥ 70%, ≥ 80% e ≥ 95% nelle dodicenni a partire, rispettivamente, dalla coorte del 2001, del 2002 e del 2003”.
Soprattutto, le differenze tra Regioni sono marcate: in Puglia e Toscana, sono state completate le coorti dei 12 e 16 anni e ci si propone di raggiungere la fascia dei 21 e 25 anni. In altre l’obiettivo è arrivare a una seconda coorte da vaccinare oltre quella delle 12enni. Ma in Campania e Sicilia, ha spiegato Michele Conversano, Presidente società italiana di igiene (SItI), siamo ben sotto la soglia minima, superano di poco il 50 % è dunque indispensabile raggiungere un’adeguata copertura.
 
Intanto il tumore alla cervice uterina registra 3.500 nuovi casi l’anno, anche se è una delle neoplasie per le quali la ricerca ha ottenuto i maggiori successi: la malattia si può si può prevenire, non solo perché gli attuali strumenti di screening, Pap test e Hpv test,  sono in grado di identificare i precursori del tumore, ma anche grazie ad azioni di prevenzione tra le nuove generazioni.
 
“Il vaccino contro l’Hpv – spiega Francesca Merzagora, Presidente di O.N.Da – è il primo passo per proteggere le ragazzine prima dell’esordio sessuale. Lo screening è invece un’efficace azione di prevenzione per le donne sessualmente attive, che ha fatto registrare un sensibile decremento della patologia Nella settimana della prevenzione del tumore al collo dell’utero, l’Osservatorio rafforza il suo impegno per la creazione e il consolidamento di una sempre maggiore consapevolezza sull’importanza della prevenzione primaria e secondaria. Grazie al progetto europeo “Aurora” – continua Merzagora – O.N.Da ha voluto contribuire a sensibilizzare i policy makers sull’importanza dell’implementazione dei programmi di vaccinazione e screening organizzato”
 
Quale soluzione per raggiungere tutti i target e tutte le aree geografiche in cui risiede la popolazione, anche quella più svantaggiata? Per Ricciardi: “È necessario sensibilizzare le ragazze e i genitori residenti nelle aree territoriali dove sono ancora assenti o poco presenti programmi di informazione e screening con un programma di informazione che utilizzi un linguaggio semplice, ma efficace”.
 
La prevenzione resta quindi l’arma principale per bloccare il tumore del collo dell’utero. “Questa patologia – afferma Mario Sideri, Direttore Unità di Ginecologia Preventiva, Istituto Europeo di Oncologia di Milano – si può prevenire, non solo perché gli attuali strumenti di screening, Pap test e, ancor più, Hpv test sono in grado di identificare i precursori del tumore, ossia le lesioni precancerose prima ancora che diventino cancerose, ma anche perché abbiamo a disposizione un vaccino contro il virus responsabile di questo tipo di cancro, il Papilloma Virus. Purtroppo – continua Sideri - questa novità coglie impreparate le donne, ma anche i ginecologi, che faticano ad entrare in quest’ottica e valutare correttamente i vantaggi offerti da questi fondamentali sviluppi. L’infezione da Hpv, poi, è oggetto di molti pregiudizi, in particolare è considerata alla stregua di una malattia sessualmente trasmessa. Serve dunque un profondo lavoro di comunicazione ed educazione per modificare il modo di pensare attuale”.
 
Le novità in Toscana. E proprio in tema di screening si registra una novità rilevante, di cui si è fatta promotrice la Regione Toscana. “Il test Hpv risponde a una diagnostica più specifica ed è possibile effettuarlo ogni cinque anni anziché ogni tre permettendo una diminuzione di eventuali esami di approfondimento correlati” ha spiegato Gianni Amunni, Direttore generale dell’Istituto per lo studio e la prevenzione oncologia di Firenze, sottolineando che “per questo la Regione Toscana ha scelto, per prima, di adottare a partire dal 2012, il test Hpv come primario al posto del Pap Test, utilizzato come triage nei casi invece positivi”.
22 gennaio 2013
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