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QS Edizioni - domenica 22 dicembre 2024

Cronache

Nuovo tariffario. Confapi Salute: “Provvedimento iniquo. Opachi la metodologia e il criterio scelto per determinare le tariffe massime”

immagine 6 dicembre - Il presidente di Confapi Salute, Università e Ricerca, Michele Colaci: “I costi rilevati negli anni 2015-2016 hanno subito una notevole impennata, soprattutto nell'anno 2020, a causa degli eventi verificatisi in ambito globale come la pandemia, il periodo post-pandemico e il conflitto in Ucraina”
“Il nuovo Nomenclatore tariffario approvato in Conferenza Stato-Regioni è un provvedimento iniquo”. Lo afferma il presidente di Confapi Salute, Università e Ricerca, Michele Colaci. “In particolare - osserva in una nota - sono opache, se non del tutto inesistenti, la motivazione e l'individuazione della metodologia seguita e, ancor di più, del criterio scelto per determinare le tariffe massime. La rilevazione dei costi, attività preliminare e necessaria alla determinazione delle tariffe, è stata infatti effettuata utilizzando i dati degli anni 2015-2016. Tali presupposti, oltre ad essere incompleti ed anacronistici, in quanto riferiti a poche regioni e a pochissime strutture accreditate, sono inadeguati a rappresentare la base-dati da utilizzare quale parametro per la definizione del nuovo tariffario. I costi rilevati negli anni 2015-2016 hanno subito una notevole impennata, soprattutto nell'anno 2020, a causa degli eventi verificatisi in ambito globale come la pandemia, il periodo post-pandemico e il conflitto in Ucraina”.

“Inoltre - aggiunge Colaci - il criterio scelto dal ministero ha lasciato prevalere, in una indefinita media, i costi più bassi delle grandi aggregazioni presenti nella minoranza delle regioni italiane che, tuttavia, per la mole di lavoro svolto con sistemi automatizzati, hanno prevalso rispetto alle prestazioni rese nella maggioranza delle regioni italiane”. Per Confapi Salute, nel nuovo nomenclatore “sono presenti anche altre criticità: la mancata valutazione dell'aumento dei costi delle materie prime direttamente incidenti sul costo della prestazione; non aver tenuto conto degli oneri gravanti per il costo del personale, incrementati dall'applicazione dei nuovi contratti collettivi di categoria; la mancanza di una netta posizione riguardo ai costi da imporre anche a soggetti esterni al mondo privato accreditato dei laboratori di patologia clinica. Lo scontro sull'iniquo tariffario - conclude Colaci - deve essere svolto con decisione e lungimiranza senza dimenticare, tuttavia, che molti costi di gestione possono e devono essere attenuati dalla capacità di fare rete fra le imprese, accedendo collettivamente alle tante misure di sostegno previste in Europa”.
6 dicembre 2024
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