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QS Edizioni - domenica 22 dicembre 2024

Cronache

Standard ospedalieri. Calabrò (Pdl): “Non si può adottare modello unico di Ao”

immagine 9 novembre - Il senatore, intervenendo ad un convegno Fiaso, ha definito i parametri fissati dal regolamento sugli standard ospedalieri “difficilmente adattabili alle diverse situazioni”. Monchiero: “Si accorpano le aziende illudendosi di creare risparmi e finendo per distaccarsi dai bisogni dei cittadini”.
“Attenzione a non attaccarsi troppo ai ‘numeretti’, quelli fissati dal regolamento sugli standard ospedalieri sono parametri freddi, difficilmente adattabili alle diverse situazioni che cambiano a seconda della disciplina medica e delle diverse aree del Territorio. Non si può pensare di adottare un modello unico di azienda ospedaliera in un Paese che ha adottato modelli sanitari diversi". Così il senatore Raffaele Calabrò (Pdl), intervenendo al convegno Fiaso sulla dimensione ideale dell'azienda ospedaliera, ha commentato il recente regolamento emanato dal Ministero della Salute.

"A titolo di esempio - ha proseguito Calabrò - un ospedale pediatrico ha esigenze completamente diverse rispetto a una normale azienda ospedaliera che il regolamento non considera". Il senatore ha anche denunciato gli eccessi del processo di accorpamento delle Asl in corso da anni: "Siamo passati dal necessario accorpamento di aziende che avevano le stesse funzioni alla fusione di asl che hanno specificità diverse e questo ha finito per creare in alcuni casi Moloch più distanti dai bisogni dei cittadini".

I dati degli accorpamenti li ha diffusi il Presidente Fiaso, Giovanni Monchiero. " Siamo passati dall'eccesso delle 659 vecchie USL alle 228 Asl del 1995 ridottesi a 146 nel 2011, mentre le aziende ospedaliere erano 97 nel 2001 e si sono ridotte a 81 nel 2011 - ha detto - la realtà è che non esiste una dimensione ideale dell'azienda che deve sempre adattarsi alle diverse esigenze del territorio”. “Quando non si sa che fare - ha concluso Monchiero - si accorpano le aziende illudendosi di creare risparmi, generando spesso inefficienza e distacco dai bisogni reali dei cittadini".
9 novembre 2012
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