Cronache
Influenza: si torna alla normalità. Ma il pericolo H1N1 non è passato
Una normalizzazione, tuttavia, soltanto parziale: la pandemia ha infatti lasciato strascichi che potrebbero durare a lungo.
Come si legge nella circolare pubblicata dal ministero della Salute ha innanzitutto: “completamente modificato il quadro epidemiologico dell’influenza nel nostro Paese, osservato negli ultimi 10 anni di sorveglianza Influnet, in quanto ha visto l’insorgenza di un picco epidemico, di casi e di decessi, nel mese ottobre-novembre, in un periodo dell’anno in cui normalmente non si osserva la circolazione sostenuta dei virus dell’influenza stagionale”. Inoltre, al di là del cessato allarme dichiarato dall’Oms, una “caratteristica comune delle pandemie di influenza è quella di presentarsi in ondate successive”. E va infine sottolineato come “la scarsa circolazione di altri virus influenzali stagionali (virus B e A/H3N2) nei mesi successivi, ponga alcune importanti questioni relative a cosa potrebbe verificarsi nella prossima stagione e nelle successive”.
Di questi mutamenti, dunque, si è preso atto nella definizione della nuova strategia di prevenzione dell’influenza stagionale. Il cambiamento più evidente è l’anticipo dell’avvio della campagna vaccinale che - raccomanda il ministero - dovrebbe “partire preferibilmente dal 1° ottobre 2010 e comunque non oltre il 31 ottobre 2010 e, in ogni modo, appena i vaccini stagionali saranno disponibili”. Sarebbe inoltre necessario “completarla il più rapidamente possibile, con l'intento di precedere l'eventuale periodo di maggior diffusione del virus pandemico”. Per chi temesse che il largo anticipo nella somministrazione dei vaccini possa vanificarne l’efficacia in caso di ritardo dell’influenza, il ministero rassicura: “il livello degli anticorpi si mantiene a livello protettivo per molti mesi nella maggior parte dei soggetti vaccinati, anche anziani. Il breve anticipo della campagna vaccinale, rispetto agli anni precedenti, non comporta quindi rischi in caso di diffusione tardiva dei virus”.
Ma la pandemia ha lasciato il segno anche nella composizione del nuovo vaccino che conterrà, oltre agli antigeni per due ceppi di virus influenzali stagionali (antigene analogo al A/Perth/16/2009 (H3N2)#; e antigene analogo al ceppo B/Brisbane/60/2008), anche l’antigene analogo al ceppo A/California/7/2009 (H1N1), il cosiddetto ceppo “Pandemico”. “La prevalente circolazione nel mondo del virus A/H1N1v , durante il 2009 e nel primo trimestre 2010 - si legge nel documento del ministero - suggerisce la possibilità che esso continui a circolare anche il prossimo inverno e, pertanto, è stato incluso nella composizione del vaccino per la prossima stagione influenzale”. Inoltre, sul modo in cui si presenterà il virus pandemico regna ancora l’incertezza: “l’evoluzione - spiega della situazione dipenderà da una serie di fattori legati principalmente alla proporzione di soggetti ancora suscettibili all’influenza pandemica”.
Una percentuale non trascurabile della popolazione, dal momento che si stima che “circa il 20% della popolazione italiana di età ≤64 anni ed il 25% di quella ≥ 65 anni sia entrata in contatto con il virus o sia stata vaccinata. Dati probabilmente in difetto, dal momento che “non tengono conto della quota di infezioni asintomatiche o pauci-sintomatiche che possono essersi verificate durante la pandemia”.
Quanto alle categorie per le quali la vaccinazione stagionale è raccomandata e che possono godere quindi dell’offerta gratuita e attiva, rispetto alla vaccinazione pandemica dello scorso anno, ricordiamo che rientra l’allarme per i soggetti più giovani (tra i 6 mesi e 17 anni) e si torna alle categorie “classiche”. Cioè i soggetti con malattie croniche o con più di 65 anni di età e gli addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo oltre alle categorie di lavoratori a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione. (cfr Tabella)
LE CATEGORIE PER LE QUALI LA VACCINAZIONE STAGIONALE E’ RACCOMANDATA
Categoria |
Dettaglio |
Soggetti di età pari o superiore a 65 anni |
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Bambini di età superiore ai 6 mesi, ragazzi e adulti fino a 65 anni di età affetti da |
a) malattie croniche a carico dell'apparato respiratorio (inclusa l’asma, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica e la broncopatia cronico ostruttiva-BPCO) b) malattie dell’apparato cardio-circolatorio, comprese le cardiopatie congenite e acquisite c) diabete mellito e altre malattie metaboliche (inclusi gli obesi con BMI >30 e gravi patologie concomitanti) d) malattie renali con insufficienza renale e) malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie f) tumori g) malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV h) malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali i) patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici j) patologie associate ad un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie (ad es. malattie neuromuscolari) |
Bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale. |
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Donne che all’inizio della stagione epidemica si trovino nel secondo e terzo trimestre di gravidanza. |
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Individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti. |
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Familiari e contatti di soggetti ad alto rischio. |
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Soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e categorie di lavoratori |
a) Forze di polizia b) Vigili del fuoco c) Altre categorie socialmente utili potrebbero avvantaggiarsi della vaccinazione per specifici motivi o, comunque, per motivi vincolati allo svolgimento della loro attività lavorativa; tale riguardo, è facoltà delle Regioni/PP.AA. definire i principi e le modalità dell’offerta a tali categorie. d) Infine, è pratica internazionalmente diffusa l’offerta attiva e gratuita della vaccinazione antinfluenzale da parte dei datori di lavoro ai lavoratori particolarmente esposti per attività svolta e al fine di contenere ricadute negative sulla produttività. |
Personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani |
a) allevatori b) addetti all’attività di allevamento c) addetti al trasporto di animali vivi d) macellatori e vaccinatori e) veterinari pubblici e libero-professionisti |