Cronache
Chiamata alle armi contro gli energy drink
Non usano mezzi termini i membri della Canadian Medical Association che, in un editoriale (leggi) pubblicato sull’organo ufficiale dell'associazione, chiedono alle autorità un intervento deciso per contrastare la diffusione delle bevande eccitanti tra i più giovani.
Le bevande contenenti caffeina (o altri eccitanti) stanno diventando infatti compagni inseparabili dei ragazzi. Tendenzialmente il quantitativo di caffeina in esse contenuto è pari a quello di una tazza di caffè, ma cominciano a fare breccia sul mercato prodotti con concentrazioni più alte. “E negli Stati Uniti e in Canada la caffeina può essere acquistata anche in compresse da 100 e 200 mg”, precisa la Cma.
Certo, viene da chiedersi perché tanta preoccupazione per gli energy drink e nessuna per il vecchio caffè.
I medici americani ritengono si tratti di timori più che giustificati: “il mercato degli energy drink è completamente diverso da quello delle altre bevande contenenti caffeina”, spiegano. “Gli energy drink sono spesso rivolti a bambini e ragazzi attraverso apposite campagne pubblicitarie e sponsorship di eventi” a essi riservati.
E, proseguono, “i giovani sono noti per fare scelte tutt’altro che salutari”. Basta osservare le caratteristiche abitudini di consumo: “gli adolescenti e gli studenti del college spesso mixano gli energy drink all’alcol, una combinazione potenzialmente pericolosa dal momento che gli alti livelli di caffeina possono mascherare la percezione - ma non le conseguenze - ” di una sbornia.
Al di là di quest’ultima pessima abitudini, gli effetti di un eccessivo consumo di caffeina sulla salute dei più giovani possono essere anche gravi: dai disturbi del sonno si può passare a “disordini dell’umore, peggioramento dell’asma, obesità, scarso senso di benessere e scarsi risultati scolastici”, illustrano.
Visti i pericoli, dunque, i medici canadesi invitano le autorità ad adottare provvedimenti riguardo l’etichettatura, la vendita e la pubblicità di questi prodotti. Un invito esteso anche ai produttori a cui si chiede di accompagnare etichette più chiare a programmi educativi.
“È tempo che le autorità sanitarie in tutto il mondo - conclude l'editoriale - si sveglino e si rendano conto dei rischi della vendita degli energy drink ai bambini”.
Un appello che non ha lasciato indifferente il Dipartimento delle politiche antidroga italiano, che ha approfittato dell’occasione per rilanciare il problema anche nel nostro Paese.
“Così come il Canada che in queste ore sta chiedendo alle autorità di mettere a punto norme specifiche sulla regolamentazione degli energy drink - si legge in una nota - il Dipartimento Politiche Antidroga nei mesi scorsi aveva già evidenziato la necessità di adottare una linea più incisiva per controllare il fenomeno e regolamentare la commercializzazione di tali prodotti - anche attraverso il supporto dell'opinione [...] della Società Italiana di Farmacologia - di rendere obbligatoria la presenza sugli Energy Drink di avvertenze sulle modalità d'uso e sui potenziali rischi”.
“Le bevande energetiche tanto in uso fra i giovani - prosegue il comunicato - hanno, in molti casi, un contenuto di caffeina molto maggiore rispetto alle normali bevande e ingredienti con effetti potenzialmente interagenti, quali taurina ed altri aminoacidi, dosi massicce di vitamine ed estratti vegetali non ben definiti”.
Il dipartimento, inoltre si è detto preoccupato che “anche qui in Italia, così come in Canada e negli Stai Uniti” si stia registrando un “'abuso crescente tra i ragazzi degli energy, dovuto anche alla forte promozione di tali sostanze, che arrivano ad assumere anche tra gli 8 e 15 drink in una serata, immettendo nel fisico una quantità di caffeina che può arrivare fino a 1500 mg e che se unita contemporaneamente ad alcol, anfetamina, cocaina o cannabis può dare luogo ad un "mix" estremamente dannoso per la salute potendo provocare la comparsa di crisi cardiache (aritmie maligne sopraventricolari) e crisi epilettiche”.
A.M.