I sistemi sanitari di tutta Europa sono alle prese, seppur con diversi livelli di difficoltà, con le ricadute della crisi finanziaria globale. È quindi utile e necessario un confronto serrato a livello comunitario, tra Stati membri e tra Regioni di questi Stati per capire quali sono le migliori soluzioni da applicare. Ne discutono da oggi all’Isola di San Servolo di Venezia i rappresentanti dei ministeri della sanità di 25 Paesi europei, riuniti nel tradizionale appuntamento della “Venice Summer School”, organizzato dalla Regione del Veneto e dall’Osservatorio Europeo sui sistemi e le politiche sanitarie.
I lavori, che si protrarranno fino a venerdì, si sono aperti alla presenza dell’assessore alla sanità della Regione Veneto Luca Coletto e dei ministri della sanità dell’Ungheria, Miklos Szocska, e della Solvenia, Dorijan Marusic, nonché di rappresentanti delle Regioni Catalogna, Fiandre e North West England, che con il Veneto fanno parte del “G6” sanitario delle Regioni europee.
I costi standard in sanità sono stati tra i temi affrontati nella sessione inaugurale: “Uno dei punti forti delle posizioni del Veneto e del cammino di riforme avviato in Italia verso il federalismo fiscale” ha sottolineato Coletto.
Importanti opportunità di finanziamento, soprattutto per la ricerca e su specifici settori di salute pubblica di comune interesse, come ad esempio la prevenzione e la telemedicina, possono poi venire proprio dall’Unione Europea, e in questo ambito il Veneto si è detto pronto a mettere a disposizione delle altre Regioni italiane le conoscenze acquisite, che hanno portato la Regione ad ottenere negli ultimi 5 anni finanziamenti comunitari per oltre 50 progetti principalmente nell’ambito del settimo programma quadro europeo. “Questa esperienza – ha detto Coletto – verrà veicolata anche attraverso un apposito progetto denominato ‘Mattone Internazionale del sistema Sanitario Italiano’ che permetterà di organizzare attività di formazione sulle opportunità del lavoro con le istituzioni europee e con le agenzie delle Nazioni Unite, a cominciare dall’Oms, che proprio a Venezia ha il suo ufficio per gli investimenti in salute”.