Sangue “no vax” per trasfusione. Avis: “C’è disinformazione e pregiudizio. Anche colpa di troppe fake news. Pronti a denunciare”
9 febbraio - Per l’Avis la vicenda dei genitori che avevano chiesto solo sangue “no vax” per l’intervento chirurgico del figlio rappresenta il “triste epilogo della disinformazione e del pregiudizio” diffusi tra i cittadini. Una situazione che rischia di compromettere l’intero sistema di donazione volontaria di sangue. Avis annuncia che denuncerà alle Autorità gli episodi che “minano non solo la nostra reputazione, ma quella di tutto il sistema sanitario e della comunità scientifica”.
L’Avis esprime “sdegno” per quanto emerso nell’ambito del caso che ha visto due genitori chiedere all’ospedale l’uso di sangue proveniente solo da donatori non vaccinati contro il Covid per l’intervento al cuore del loro figlio ricoverato al Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna. Una vicenda che per il Presidente di AVIS Nazionale, Gianpietro Briola, rappresenta "il triste epilogo della disinformazione e del pregiudizio”. Il bambino sarà operato, come deciso dal giudice tutelare del Tribunale di Bologna che ha accolto il ricorso presentato dall’ospedale dove il piccolo di due anni è ricoverato perché “non ci sono problemi di sicurezza” con le sangue abitualmente utilizzate dalla struttura. Tuttavia, per l’Avis resta un problema di fondo, che è la disinformazione.
A tale proposito il Presidente nazionale di AVIS, attraverso un video diffuso sui canali social dell’Associazione (vedi video a fondo pagina), ha voluto ribadire che “non esistono evidenze scientifiche secondo cui il sangue dei donatori vaccinati contro il Covid non sia sicuro e affidabile. Il vaccino – spiega – è uno strumento importante per la salvaguardia della nostra popolazione. Tutti ci siamo mossi nel rispetto del prossimo con l’obiettivo di sconfiggere questa pandemia”.
Briola è tornato, inoltre, a parlare delle fake news che circolano in queste settimane con toni sempre più aspri e accesi. In particolare, spiega, sui social network sono state diffuse delle notizie totalmente false come quella del sangue dei vaccinati che si coagulerebbe, oppure quella secondo cui il calo delle donazioni di queste settimane sarebbe riconducibile proprio all’elevato numero di donatori immunizzati. "Nel primo caso – replica il Presidente nazionale di AVIS - questa informazione è assolutamente infondata, mentre nel secondo caso la flessione è stata provocata in particolare dalla variante Omicron che ha costretto molti donatori, medici e infermieri a osservare dei periodi di isolamento”.
Un altro tema su cui si starebbe concentrando l’attenzione di alcuni esponenti della comunità no vax riguarda l’accesso alle strutture di raccolta senza green pass. “La normativa – ricorda sempre Briola - non prevede l’obbligo di green pass per le prestazioni sanitarie non derogabili proprio come la donazione di sangue. Pertanto bisogna smentire con fermezza chi sostiene che tale decisione derivi dalla necessità di reperire sangue di donatori non vaccinati".
A tale proposito,Biola fa sapere che "AVIS presto depositerà delle denunce alle autorità giudiziarie per i fatti finora illustrati che minano non solo la nostra reputazione, ma quella di tutto il sistema sanitario e della comunità scientifica italiana e internazionale”.
Sul tema dell’assoluta sicurezza degli emocomponenti e a difesa di tutto il sistema sanitario è intervenuto anche il presidente di Avis Regionale Emilia Romagna, Maurizio Pirazzoli: “Voglio esprimere una forte preoccupazione per quanto accaduto circa il rifiuto di due genitori di far trasfondere al figlio il sangue di donatori vaccinati. In questi due anni di pandemia i donatori tutti (vaccinati e non vaccinati, uomini e donne, nati in Italia o nuovi cittadini, giovani e più anziani) hanno dato il loro contributo, senza esitazione, con altruismo e senso di responsabilità, affinché il sangue fosse sempre disponibile nei nostri ospedali. Nonostante il Covid la nostra regione ha curato malati cronici, oncologici, bambini prematuri, ustionati, talassemici, emofilici, trapiantati e molti altri pazienti in pericolo di vita attraverso il sangue e il plasma donati. Voglio ringraziare tutti loro e rassicurare, ancora una volta, sul fatto che il sangue donato è sicuro secondo tutte le evidenze scientifiche. Ci aspettiamo, pertanto, gratitudine e rispetto da parte di tutti nei confronti di cittadini così straordinari come le donatrici e i donatori che sono, e devono restare, anonimi, volontari e non remunerati”.