Nuovo ciclo per Il Comitato Bioetico per la Veterinaria che inizia le attività con la conferma alla Presidenza di Pasqualino Santori.
Nel Consiglio, sono rappresentate come sempre le diverse anime della società italiana e le sue professionalità e sensibilità: oltre ai veterinari, pubblici e privati, ne fanno parte filosofi, giuristi, economisti, antropologi, etologi, esperti di benessere animale, allevatori, pedagoghi e rappresentanti delle associazioni animaliste e dei consumatori.
Il Comitato quest'anno festeggia 15 anni di attività con due Convegni di grande prestigio di cui sono già stati individuati i temi: “crisi economica ed animali. L’impatto sulle abitudini delle famiglie italiane ed il loro riflesso verso gli animali, domestici e non” e il metodo di lavoro sperimentato in 15 anni di attività del Cbv applicabile a organismi previsti dalla nuova legislazione europea e nazionale per “animali da laboratorio, vivisezione, ricerca farmacologica e non solo.
“Molti sono gli argomenti affrontati in questi quindici anni di attività - ha dichiarato Il presidente del Comitato Bioetico Pasqualino Santori - tutti temi che riguardano il benessere/interessi/diritti degli animali e che investono naturalmente, il rapporto spesso controverso che abbiamo con loro. Quest'anno concentriamo la nostra attenzione su un tema che avevamo già trattato in passato ma che è adesso più che mai di grande attualità e che ci investe a moltissimi livelli, più di quanto pensiamo, perché quando si parla di animali e crisi e economica oggi, si parla di un mondo che sta cambiando profondamente a causa della più grave crisi finanziaria che la cultura occidentale abbia mai affrontato, e in questo panorama difficile, gli animali, rappresentano un anello debole che più di tutti potrebbe pagare i disagi della mancanza di benessere economico e sociale. Riteniamo quindi giusto interrogarci e soprattutto accendere un focus su cosa accadrà nel prossimo futuro".
Scopo principale del Comitato è, infatti, non solo quello di indicare soluzioni ai problemi etici che pone la presenza degli animali nella società, temi particolarmente avvertiti dalla categoria dei veterinari, ma anche di far arrivare questo dibattito alla collettività per un una crescita complessiva della sensibilità su questi temi.
Per questo il Comitato ha anche stabilito di aprirsi maggiormente al rapporto con le persone attraverso una comunicazione più strutturata con i media, un uso maggiore di internet e delle sue applicazioni, per arrivare a diffondere il dibattito la dove la gente si incontra, nelle piazze virtuali.
Come funziona il Comitato bioetico per la veterinaria
“Il Comitato Bioetico per la Veterinaria – spiega il suo presidente Pasqualino Santori – nasce dall’esigenza comune di tutti gli altri comitati bioetici nazionali: affrontare questioni di carattere generale impattando con i temi che hanno a che fare con gli animali. È nato da un’intuizione sviluppatasi quindici anni fa presso l’ordine dei veterinari di Roma, per autopoiesi quindi è un Comitato che ridefinisce continuamente se stesso e al proprio interno si sostiene e si riproduce. Lo statuto infatti, aggiunge il suo presidente, è particolare in quanto è un esempio di equilibrio di poteri e il rinnovo è automatico quando ce n’è bisogno, quando ci sono esigenze pressanti”.
Il Cnv è costituito da diverse professionalità: veterinari pubblici e privati, filosofi, giuristi, economisti, antropologi, etologi, esperti di benessere animale, allevatori, pedagoghi e rappresentanti delle associazioni animaliste e dei consumatori.
Il Comitato lavora spesso convocando ed interrogando specifiche competenze inerenti gli argomenti via via dibattuti e affronta una media di due argomenti l'anno.
Lo scopo principale del Comitato è quello di trovare ed indicare soluzioni accettate e condivise da tutti i suoi appartenenti che, rispondendo a problematiche bioetiche particolarmente presenti nella categoria dei veterinari, forniscano un primo punto comune di confronto un minimo comune denominatore o semplicemente delle generiche indicazioni rappresentative del tessuto sociale e culturale di riferimento.