Basta con la verdura spinta giù per la gola, bambini in lacrime e mamme severe. La nuova tendenza per insegnare ai bambini le regole sane dell’alimentazione si chiama il “Playing&Fooding”, cioè “Mangia e gioca”, slogan americano che caratterizza i cibi fondamentali per l’alimentazione ma confezionati in modo da piacere ai bambini sin dal primo assaggio perché mangiarli, appunto, è come è come un gioco. Funziona, come un vero e proprio corso educativo. Il divertimento rappresenta la più forte fonte di apprendimento per i bambini (77%) e solo tramite questo assoceranno il cibo a qualcosa di piacevole (63%). È quanto emerge da un monitoraggio internazionale del fenomeno promosso da Meta Comunicazione, e condotto su 100 nutrizionisti, psicologi e pediatri cui è stato chiesto un parere sull’importanza di una sana e corretta alimentazione nella fase di crescita dei bambini e quali sono i metodi più efficaci da utilizzare per indurli a consumare i “cibi che fanno bene”.
Se le collane di libri per i piccoli (23%) e le trasmissioni televisive (41%) hanno fatto scuola, per gli esperti meglio ancore, per educare i bambini, è unire il piacere con la corretta alimentazione. Secondo il 74% degli esperti, infatti, i bambini mangiano volentieri solo cibi “sfiziosi” e mal volentieri quelli più nutritivi. E quando mangiano cibi “sani” lo fanno solo se obbligati dai genitori (per il 45% degli esperti). Ma è solo un numero esiguo di bambini a ricevere una reale educazione alimentare che gli fa preferire gli alimenti che “fanno bene” e che consumano nelle quantità giuste (57%). Proprio per modificare questo approccio si diffonde in tutto il mondo una nuova tendenza, in cui il concetto di gioco diventa il vero protagonista: il “Playing&Fooding”.
Ben il 67% di esperti nutrizionisti e psicologi sostiene che bisogna far coincidere l'alimentazione con il gioco perché rappresenta l'approccio più efficace, oltre che cucinare il cibo in modo creativo (27%) o raccontare delle storielle prima di proporre il piatto (18%). Questo, spiega Pietro A. Migliaccio, medico nutrizionista, aiuta i bambini ad “affezionarsi a certi sapori. L’industria italiana è tra le più avanzate in questo genere di prodotti” dove la confezione e la forma dei prodotti diventano una variabile di primaria importanza (secondo il 59% degli esperti) che, unita al modo di mangiare, crea un mix vincente per far affezionare i bambini a certi alimenti (48%).