22 novembre -
La Lega italiana per la lotta all’Aids esprime soddisfazione per il riconoscimento, da parte di Benedetto XVI, dell’efficacia del preservativo nella prevenzione dell'Hiv. “Inopportune le osservazioni” di Rezza dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha “sminuito” l’importanza di questo strumento per la lotta all’Aids.
L’apertura del Papa all’uso del preservativo è arrivata pochi giorni fa con l’annuncio della pubblicazione del libro-intervista “Luce del mondo. Il Papa, la Chiesa, i segni dei tempi. Una conversazione del Santo padre Benedetto XVI con Peter Seewald”.
“Non gridiamo al miracolo”, ha affermato Alessandra Cerioli, presidente della Lila (Lega italiana per la lotta all’Aids), che pur apprezzando l’apertura di Benedetto XVI, ricorda che “il Papa, che un anno fa affermava che il preservativo aiutava la diffusione dell'Hiv, ha dovuto semplicemente arrendersi alla realtà. L'uso del preservativo nella Chiesa solleva questioni morali, ma anche salvare vite umane è una questione morale"
“Ci preoccupano, invece, le dichiarazioni di Rezza - ha proseguito la presidente Cerioli - che si è affrettato a sminuire l'efficacia dell'uso del preservativo, in contrasto con le affermazioni delle agenzie internazionali e della comunità scientifica. A Rezza, che afferma che il preservativo non è efficace al 100 per cento per errate "modalità di utiizzo" e "resistenze psicologiche", ricordiamo che infatti prevenzione non significa solo diffusione dei preservativi, ma anche informazione sul loro uso corretto e sulla necessità del loro utilizzo, a cominciare dalle scuole. Cose che in Italia, a differenza del resto d'Europa solo per restare vicini a noi, non si sono mai fatte. Se l'Istituto Superiore di Sanità ritiene che le persone non sanno usare i profilattici – conclude la presidente della Lila -, dovrebbe lavorare per far sì che questa situazione cambi, non disincentivare ulteriormente l'utilizzo dell'unica barriera efficace contro la trasmissione del virus, attardandosi in inutili distinguo".