22 settembre -
Ecco gli 8 Obiettivi di Sviluppo del Millennio da raggiungere entro il 2015.
1. ELIMINARE LA FAME E LA POVERTÀ ESTREMA
- Ridurre della metà il numero di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno
- Ridurre della metà il numero di persone che soffre la fame
Un terzo dei morti è dovuto a cause collegate alla povertà. Significa 50.000 persone al giorno e 18 milioni di persone all’anno.
Sono 270 milioni di persone dal 1990, per lo più donne e bambini, approssimativamente un numero uguale alla popolazione degli USA (Fonte: Reality of Aid 2004).
Ogni giorno più di 10 milioni di bambini muoiono di fame o di malattie che si possono prevenire e curare. Sono più di 30.000 al giorno e uno ogni tre secondi (fonte: 80 million lives, 2003/ Pane per il Mondo/ UNICEF/World Health Organization).
2. EDUCAZIONE UNIVERSALE
- Assicurare a tutti i bambini e tutte le bambine un completo corso di studi primari
Un adulto su quattro nel mondo, che significa 872 milioni di persone nel mondo, è analfabeta (Oxfam UK - Education Now Campaign).
Più di 100 milioni di bambini sono esclusi dalle istituzioni scolastiche (fonte: UNFPA).
Il 46 per cento delle bambine nei paesi più poveri del mondo non ha accesso all’educazione primaria (fonte: ActionAid).
Più di un adulto su quattro non sa né leggere né scrivere, di questi più della metà sono donne (fonte: ActionAid).
Un’educazione primaria universale costerebbe 10 miliardi di dollari l’anno: è la metà di quanto gli americani spendono in gelati (fonte:ActionAid).
I giovani che hanno portato a termine i corsi di educazione primaria hanno meno della metà di probabilità di contrarre l’HIV, rispetto a quelli che non hanno ricevuto un’istruzione.
L’universalizzazione dell’educazione primaria avrebbe evitato 700.000 casi di HIV ogni anno circa il 30 per cento delle nuove infezioni contratte in questo gruppo di età (fonte: Oxfam).
3. PARITÀ TRA UOMO E DONNA
- Eliminare la disparità sessuale nell'ambito dell'educazione primaria e secondaria, a tutti i livelli
Degli 1,3 miliardi di persone che vivono in povertà nel mondo, il 70 per cento è costituito da donne (Fonte: World Revolution).
Le donne svolgono circa il 66 per cento del lavoro totale nel mondo ricevendo in cambio meno del 5 per cento degli introiti (Fonte: Women's International Network).
Nei paesi a sviluppo recente, rispetto agli uomini, quasi il doppio delle donne di età superiore ai 15 anni è analfabeta ( Fonte: UNFPA).
Due terzi dei bambini a cui è negata l'istruzione primaria sono femmine, e il 75 per cento degli 876 milioni di adulti analfabeti nel mondo sono donne (Fonte: Askwoman).
Le donne lavorano i due terzi delle ore lavorative totali nel mondo, producono metà del cibo, e guadagnano appena il 10 per cento dei ricavi totali e possiedono meno dell'1 per cento delle proprietà globali (Fonte: World Development Indicators, 1997, Womankind Worldwide).
4. SALUTE DEI BAMBINI E DELLE BAMBINE
- Ridurre di due terzi la percentuale di mortalità tra i bambini con meno di cinque anni di età
Nel mondo oggi quasi 11 milioni di bambini sotto i cinque anni di età muoiono ogni anno più di 1.200 ogni ora - per malattie prevenibili e curabili (Fonte: Why do the Millennium Development Goals matter? Brochure).
5. SALUTE MATERNA
- Ridurre di tre quarti della mortalità delle donne in attesa
Ogni anno più di mezzo milione di donne muore durante la gravidanza o proprio nel momento del parto. Significa circa una donna ogni minuto. Di queste morti, il 99 per cento accadano nei paesi in via di sviluppo. In alcune zone dell’Africa, la percentuale di mortalità maternale è di uno su 16 (fonte: UNFPA).
Nei paesi a basso sviluppo solo 28 donne in attesa su 100 sono assistite da personale medico competente (fonte: ActionAid).
6. COMBATTERE L’HIV/AIDS E LE ALTRE MALATTIE
- Si arresti e cominci una inversione di tendenza della crescita dell’Hiv/Aids
- Si arresti e cominci una inversione di tendenza dell’incidenza della malaria e delle altre grandi malattie
Nell’Africa sub-sahariana, ci sono attualmente 4,1 milioni di persone con Aids in urgente bisogno di farmaci antiretrovirali salvavita. Attualmente più di 11 milioni di bambini in Africa hanno perso almeno un genitore a causa dell’Hiv/Aids; si stima che questo numero arrivi a 20 milioni entro il 2010 (fonte: UNAIDS/UNICEF).
Ci sono 42 milioni di persone che vivono con Hiv e Aids nel mondo. Si tratta di un'emergenza globale che carpisce approssimativamente circa 8 mila vite ogni anno in alcune delle nazioni più povere (fonte: Oxfam).
Una su 100 persone nel mondo è HIV positiva: un terzo di queste persone hanno tra i 15 e i 24 anni (fonte: ActionAid UK).
Circa il 40 per cento della popolazione mondiale - quasi tutta concentrata nei paesi più poveri - è a rischio di contrarre la malaria. La malaria genera più di 300 milioni di malattie gravi e alla fine un milione di morti.
7. SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
- Siano integrati i principi di sostenibilità ambientale nelle politiche e nei programmi dei paesi; sia invertita la perdita di risorse ambientali.
- Sia ridotta alla metà la porzione di persone senza un accesso all'acqua pulita
- Sia raggiunto entro il 2010 un significativo aumento della vita dei quasi 100 milioni di persone che vivono nelle discariche
Nel mondo oggi circa 2,5 miliardi di persone non hanno accesso alle misure igieniche e circa 1,2 miliardi di persone non ha accesso ad una risorsa d’acqua (fonte: Why do the Millennium Development Goals matter? Brochure).
8. PARTNERSHIP GLOBALE
• I paesi ricchi sostengano i paesi più poveri aumentando l’Aiuto Pubblico allo Sviluppo fino a raggiungere lo 0,7% del Pil
• I paesi ricchi migliorino l’efficacia degli aiuti in linea con i principi espressi dalla Dichiarazione di Parigi. In particolare
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allineando le loro politiche di sviluppo alle politiche nazionali dei paesi poveri
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abbandonando la pratica degli aiuti legati
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prediligendo la logica dell’aiuto a programma rispetto all’aiuto a progetto e laddove possibile incrementare la pratica del "budget support"
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lavorando per garantire missioni di analisi e valutazione congiunte
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armonizzare le procedure
• Si sviluppi un nuovo sistema commerciale e finanziario non discriminatorio, aperto, basato su regole precise condivise, prevedibile, con una nuova architettura di governance globale, che metta al centro lo sviluppo di politiche di riduzione della povertà sia a livello nazionale sia internazionale. Le Nazioni Unite stimano che le regole commerciali inique negano ai paesi poveri 700 miliardi di dollari ogni anno.
• Si cancelli il debito a tutti i paesi più poveri
• Si pongano le giuste priorità politiche mettendo i bisogni delle popolazioni più deboli al centro delle politiche di sviluppo evitando ogni tentazione di soggiogarle a logiche geopolitiche o di mera convenienza economica. Si affrontino quindi con chiarezza le discriminazioni derivanti dalle barriere tariffarie e dai sussidi.
• Si riconoscano e si sostengano quei paesi che stanno implementando strategie di sviluppo centrate sulla riduzione della povertà.
• Si garantisca a tutti il diritto a un lavoro dignitoso
• Nella cooperazione con le industrie farmaceutiche, si provveda all’accesso ai farmaci essenziali nei paesi in via di sviluppo.
• Nella cooperazione con il settore privato, si rendano disponibili i benefici delle nuove tecnologie, specialmente le tecnologie informatiche e delle comunicazioni.
• Si assicuri rispetto e valore economico alle conoscenze tradizionali
Le Nazioni Unite stimano che le regole commerciali inique negano ai paesi poveri 700 miliardi di dollari ogni anno. Una piccolissima percentuale di questi, corrispondente a meno dello 0,01 per cento, potrebbe salvare 30 milioni di persone Fonte (ChristianAid).
L’Italia ha firmato la dichiarazione del Millennio impegnandosi a dare lo 0,7 per cento del proprio Prodotto Interno Lordo in Aiuto Pubblico allo Sviluppo. Siamo lontani da questo risultato con l’attuale 0,19.
(http://www.campagnadelmillennio.it)