8 marzo -
Le donne medico oggi rappresentano il 40% del totale, ma sotto i trenta anni (25-29) il 63% è donna. Donne in maggioranza anche fra i 30 e i 34 anni con il 62,73%, dai 35 ai 39 anni con il 62% e sostanziale pareggio nella fascia tra i 40 e i 44 (53%). Per arrivare ad una netta maggioranza degli uomini bisogna aspettare la soglia dei 50 anni e nella fascia d'età che va dai 60 ai 69 anni solo il 18,9% dei medici è donna. Tutti professionisti, però, prossimi alla pensione dunque, e sebbene attualmente il 63,5% degli iscritti complessivi alla Fnomceo sia ancora rappresentato dagli uomini (le donne sono 137.624 sul totale di 376.265 – dati Fnomceo 2012), il sorpasso delle donne sembra essere dietro l’angolo.
La presenza femminile inizia lentamente a coinvolgere anche quelle branche specialistiche storicamente appannaggio dell’universo maschile, come la neurochirurgia e la cardiochirurgia, ma è ancora lunga la strada delle pari opportunità nei posti di potere, strada che assicuri una selezione indenne da condizionamenti e/o pregiudizi di genere.
Infatti le donne che ricoprono incarichi di direttore di struttura complessa sono il 14% (1.272 vs 10.154 uomini) e donne al comando di una struttura semplice sono 5.267, contro 18.472 uomini (il 28%). Difficoltà di carriera che si ripercuote anche sull’ammontare delle retribuzioni e da qui le differenze stipendiali di genere.
Solo il 9% dei Direttori Generali è donna (25 donne contro 273 uomini) e anche raggruppando insieme direttore generale, sanitario, amministrativo e dei servizi sociali non si arriva al 18% delle presenze rosa.
Alla base della discrepanza tra presenza femminile e posizioni apicali vi è sicuramente la difficoltà del connubio carriera/famiglia: inconciliabilità tra i tempi della cura parentale (figli, genitori, familiari con handicap) e i tempi di lavoro, tempi di carriera necessari per raggiungere una posizione verticistica interrotti (o almeno bruscamente rallentati) dalle esigenze fisiologiche di gravidanza, allattamento e cura dei figli. Un dato sconfortante mostra come il 30% delle donne che ricoprono un ruolo importante e di rilievo sia single o separata.
In generale, il 55% delle donne medico che tenta di conciliare vita familiare e vita lavorativa trascura le relazioni amicali e la cura di se stessa, il 18,6% i divertimenti, il 10% trascura il rapporto di coppia e il 5,5% quello con i figli.
Per quanto riguarda gli uomini, sono solo il 10% di loro a vivere una situazione simile. E ancora: una donna medico su tre non ha figli mentre per gli uomini la percentuale si abbassa a circa uno su cinque (13%).
Fonte: Anaao Assomed, 1ª Conferenza nazionale delle donne medico, 2012