9 gennaio -
“Una sentenza storica che condanna la disumanità del nostro sistema, che emette un giudizio pesante su una classe politica incapace di affrontare il problema, che lo ha eluso approvando troppo spesso norme propagandistiche. Le carceri italiane vivono un'emergenza umanitaria che denunciamo da anni e che è ragione di grave sofferenza tanto per i detenuti quanto per gli operatori". Così Rossana Dettori, segretaria generale dell'Fp-Cgil, ha commentato la condanna dell'Italia da parte della Corte dei diritti umani di Strasburgo in merito al sovraffollamento delle carceri.
“Negli ultimi anni il fenomeno ha subito un'accelerazione – ha aggiunto Dettori - da una parte a causa di norme insensate e punitive come la Bossi-Fini sulle droghe e la Fini-Giovanardi sull'immigrazione, dall'altra per un impoverimento che l'austerità ha persino aggravato, portando all'impossibilità di affrontare le gravi carenze infrastrutturali".
"Mentre i detenuti marciscono in celle anguste – ha proseguito la sindacalista - invece di veder affrontato il problema assistiamo a un pericoloso giro di vite sul lavoro in carcere, un'operazione di trasferimento dai loro luoghi di lavoro dei nostri delegati sindacali e iscritti, rei di aver denunciato la pratica del distacco di poliziotti penitenziari in altre sedi e quindi dell'allontanamento dagli istituti. Distacchi che pesano su un organico pensato per una popolazione di circa 37/38 mila detenuti e che dovrebbe contare su circa 45mila poliziotte e poliziotti. Oggi il rapporto è ribaltato, 68mila a 37mila, 30mila 'ristretti' in più e 8mila agenti in meno. Su questo non abbiamo ricevuto alcun riscontro né dalla Ministra Severino né tanto meno dal Capo del Dap Tamburino".
"Le nostre carceri – ha concluso la segretaria generale dell'Fp-Cgil - sono un'onta che ci allontana dall'occidente e dalla democrazia, un luogo di sofferenza tanto per chi vi è recluso tanto per chi è costretto a lavorarci in condizioni inaccettabili".