19 giugno -
“Rafforzare la copertura dei più fragili riducendo al contempo quella degli altri in modo equitativamente accettabile, creando maggiore sussidiarietà, prevenendo ed incentivando”. È questa per Federico Spandonaro, docente di Economia sanitaria presso l’Università Tor Vergata di Roma, una della strade da seguire in un momento di grande crisi economica e che colpisce pesantemente anche la sanità.
“La crisi economica ci ha messo davanti ad un impoverimento del Paese – ha detto nel corso del suo intervento al convegno promosso dall'Ufficio per la pastorale della sanità della Conferenza Episcopale Italiana (Cei) – l’invecchiamento della popolazione, la diffusione di stili di vita non salutari, le sperequazioni presenti anche in sanità e le risorse disponibili sempre meno abbondanti hanno infranto l’illusione di poter curare chiunque a prescindere dalle disponibilità economiche”.
Per Spandonaro è arrivato il tempo di porsi una domanda di fondamentale importanza: “I sistemi di welfare aumentano l’equità del sistema, ma sono efficienti?”. L’economista del Ceis-Tor Vergata ha spiegato che: “Non è corretto parlare di un mancato controllo della spesa sanitaria per un Paese come il nostro che ha livelli di crescita e di spesa molto bassi. Proprio la percezione della scarsità delle risorse – ha proseguito – potrà essere un’occasione per ripensare il livello di equità del sistema, ma anche per rivedere il modo in cui si tenta di perseguire quest’equità”.
Soluzioni come quelle dei Fondi sanitari integrativi, secondo Spandonaro, potrebbero da un lato far venir meno il criterio dell’equità, ma dall’altro “sarebbero una soluzione attuabile per un sistema universalistico imperfetto come il nostro, basato su una fiscalità che registra alti tassi di evasione”.
A fronte, dunque, di un sistema pubblico universalistico che in tempi brevi potrebbe collassare sotto il suo stesso peso, la soluzione prospettata da Spandonaro è quindi quella di “rafforzare la copertura dei più fragili riducendo al contempo quella degli altri in modo equitativamente accettabile”.
Giovanni Rodriquez