12 novembre -
Pubblichiamo le considerazioni del presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, in merito alla lettera del Garante dei diritti dei minori, Fabio Biasi, che chiedeva un ripensamento sulle restrizioni anti Covid nelle scuole e poneva dubbi anche sui vaccini.
“Siamo consapevoli che i provvedimenti adottati per contenere la diffusione del Covid possono creare disagi anche agli studenti della scuola trentina, soprattutto ai più piccoli, e alle loro famiglie. Il nostro principale obiettivo per la scuola, più volte ribadito, è la salvaguardia della qualità della didattica. Per questo abbiamo sempre lavorato per mantenere la scuola in presenza, convinti che questo avrebbe reso l’esperienza scolastica più proficua per gli studenti, anche sul piano relazionale e della crescita personale. E così è avvenuto come dimostrano i riconoscimenti certificati da Invalsi.
Se le condizioni e i dati sulla pandemia ce lo consentissero, ma non è ancora così purtroppo, ben volentieri accoglieremmo l’invito ad allentare le norme applicate e pensate per la sicurezza degli studenti, delle loro famiglie e del personale scolastico.
La scienza ci dice che vaccinazioni, distanziamento, utilizzo di mascherine e applicazione delle norme di igiene sono ancora i migliori strumenti di cui disponiamo per tutelare la salute della comunità, evitare che con l’aumento dei contagi vada in crisi il sistema sanitario e consentire all’economia di rimettersi in moto e quindi al Paese di tenere.
La Provincia autonoma di Trento ha sempre applicato la normativa nazionale, che si fonda – è bene ricordarlo - sulle indicazioni delle autorità scientifiche, con il grado di autonomia che si è ritenuto praticabile per scongiurare il rischio di ricorsi che avrebbero generato disorientamento e incertezza nella comunità. Nonostante la grave pandemia, quella trentina si è confermata una scuola di grande qualità.
E’ un risultato di cui essere soddisfatti, soprattutto considerando le difficoltà di questo periodo. Con queste premesse confermiamo però la disponibilità a confrontarci su qualsiasi scelta, proposta o strumento che possa migliorare la vita degli alunni della scuola trentina e delle loro famiglie.
Dobbiamo tuttavia ricordare che la pandemia non si è esaurita e il momento richiede quella responsabilità che la comunità trentina fin’ora ha sempre saputo esprimere”.