25 febbraio -
UNICEF e AstraZeneca questa settimana hanno firmato un accordo di lungo termine per la fornitura del vaccino contro il COVID-19 AstraZeneca per conto della COVAX Facility.
Ne dà notizia UNICEF che sottolinea come, attraverso l'accordo di fornitura, avraà accesso, insieme ai partner per l'approvvigionamento, tra cui la Pan-American Health Organization (PAHO), a una quantità di vaccini fino a 170 milioni di dosi per circa 85 paesi.
È il terzo accordo di questo tipo per i vaccini contro il COVID-19, dopo gli accordi precedentemente annunciati con Pfizer e il Serum Institute of India. Il vaccino AstraZeneca/Oxford ha ricevuto l'Emergency Use Listing (EUL) dell'OMS il 15 febbraio.
Le consegne del vaccino sono programmate per iniziare nel primo trimestre del 2021, in linea con il quadro di assegnazione COVAX, che prende in considerazione diversi fattori tra cui la prontezza dei paesi, le autorizzazioni normative nazionali e le disposizioni contrattuali completate, così come considerazioni operative e di fornitura.
L'obiettivo della COVAX Facility è quello di garantire che i vaccini contro il COVID-19 sicuri ed efficaci siano rapidamente disponibili e accessibili a tutti i paesi del mondo, indipendentemente dal livello di reddito.
L'accordo di fornitura consentirà l'accesso a 170 milioni di dosi garantite nell'ambito dell'Advance Purchase Agreement (APA) della COVAX Facility con AstraZeneca, che saranno disponibilI durante tutto il 2021.
L'11 febbraio, l'UNICEF ha annunciato la firma di un accordo con Pfizer per la fornitura del vaccino Pfizer-BioNTech contro il COVID-19 durante il 2021, in seguito a un accordo con il Serum Institute of India per accedere a due vaccini attraverso il trasferimento della tecnologia da AstraZeneca, che ha ottenuto l'EUL dell’OMS, e Novavax, previa approvazione del vaccino da parte dell'OMS.
La COVAX Facility, guidata da Gavi, CEPI (Coalition for Epidemic Preparedness Innovations) e OMS, insieme all'UNICEF, mira a fornire almeno 2 miliardi di dosi di vaccini contro il COVID-19 approvati entro la fine del 2021, consentendo la protezione degli operatori sanitari e sociali di prima linea, nonché di altri gruppi ad alto rischio e vulnerabili.