1 dicembre -
“Nei Paesi più ricchi si muore sempre di meno di Aids, mentre nei Paesi più poveri ciò ancora non accade. L’Aids si conferma così una malattia attorno alla quale le discriminazione di varia natura, sociale e soprattutto economica, giocano un ruolo fondamentale. A trenta anni dai primi casi diagnosticati di Aids a livello mondiale tale discriminazione resta uno degli aspetti più inquietanti nel contrasto alla malattia.”. Così una nota della ministero della Salute esordisce per annunciare che nei prossimi giorni il ministro della Salute, Renato Balduzzi, e il ministro della Cooperazione Internazionale, Andrea Riccardi, si incontreranno per definire le modalità della loro collaborazione in relazione alla lotta all’Aids.
“C’è l’Aids dei ricchi e c’è l’Aids dei poveri – continua la nota del ministero -. E se l’infezione da Hiv continua a rappresentare un problema prioritario di sanità pubblica nei Paesi del Nord del mondo, che lo affrontano con competenze e risorse e con una collaborazione ormai consolidata tra Istituzioni e Associazioni della società civile, la stessa cosa non avviene (o avviene con grande difficoltà) nei Paesi poveri. Questo è ciò che deve far riflettere in questa Giornata Mondiale contro l’Aids. Solo una collaborazione stretta tra Istituzioni e società civile e solo la consapevolezza che la lotta deve contemplare insieme impegno pubblico e impegno privato, anche dal punto di vista finanziario, può farci avvicinare all’obiettivo indicato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 10 giugno 2011: “La sconfitta” dell’Aids è una priorità”.
“In Italia – aggiunge la nota - si è fatto molto sul versante della cura, ma gli obiettivi Zero, indicati dall’Onu (Zero nuove infezioni, Zero discriminazione, Zero morti per Aids) sono ancora lontani. Nei Paesi più poveri ciò è drammaticamente e tragicamente ancora più evidente. Le disparità nell’accesso al test e alle cure restano troppo gravi, come anche le discriminazioni geo-economiche sulla malattia tra Nord e Sud del mondo. Nel 2002 l’Italia ha firmato il progetto “ESTHER” (Ensemble pour une Solidarité Therapeutique Hospitalière En Reseau contre le SIDA) lanciato dalla Francia l’anno precedente con lo scopo principale di rafforzare la capacità dei Paesi dell’Africa di combattere l’Aids. L’alleanza ESTHER è una rete di Governi, a cui l’Italia collabora con 10 Centri clinici gemellati con altrettante strutture locali dell’Africa Sub Sahariana”. L’intenzione, dunque, è quella di continuare ed intensificare la lotta globale all’Aids/Hiv.