2 agosto -
“Chi sbaglia paga, ma i medici non posso più pagare per responsabilità non loro. Per questo inizieremo ad analizzare le situazioni critiche della sanità, soprattutto nei Dea, e denunciare, laddove ci siano, le responsabilità politiche e gestionali. Il nostro obiettivo è consentire ai medici di lavorare in una situazione di serenità. Cosa che ora non avviene.
È questo il commento di Mario Falconi, presidente dell’Ordine dei Medici di Roma non solo all’episodio che si è verificato nei giorni scorsi nella struttura romana, ma anche al quadro generale della sanità laziale.
“Già prima che si insediasse la Giunta Polverini – ha affermato Falconi – abbiamo denunciato ai rappresentanti dei vari schieramenti politici regionali la situazione di grande criticità della sanità laziale. I medici, ma in generale tutti gli operatori, spesso sono costretti a lavorare in condizioni inaccettabili che non consentono di svolgere serenamente il proprio ruolo. E questo avviene in particolare nei Dea dove il blocco dell’organico, la precarizzazione e situazioni ambientali non favorevoli stanno esasperando gli animi sia del personale sanitario, che non riesce più a lavorare serenamente, sia dei cittadini che inevitabilmente riversano su di loro il proprio malcontento. Ricevo tutti i giorni appelli da colleghi che comunicano questo profondo disagio. Che mi dicono ‘non ce la facciamo più ad operare in queste condizioni’. Per questo – ha aggiunto d’ora in poi inizieremo un lavoro di attenta analisi delle situazione critiche, soprattutto nei Dea, per arrivare a denunciare, laddove ci siano, le responsabilità politiche e gestionali. Anche perché c’è il rischio che si ripetano situazioni come quella avvenuta al San Camillo”.
La ricerca condotta dall’Ordine di Roma sulla medicina difensiva ha ricordato Falconi, è la cartina di tornasole di questo scenario critico. Fotografa il grave disagio dei medici e dimostra inoltre come il comportamento difensivo si traduca in 10-12 miliardi di euro l’anno buttati dalla finestra.
“Consentiamo quindi ai medici di lavorare in una situazione di serenità – ha concluso –. Se poi nonostante la situazione favorevole uno sbaglia è ovvio che paghi. Ma che ora il medico debba pagare per responsabilità non sue, non lo accettiamo”.