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Covid. Fials Lombardia: “Non si indeboliscano gli organici delle aziende per le strutture temporanee di Fiera City Milano e Fiera Bergamo”

Il sindacato esprime le proprie preoccupazioni per le politiche regionali, a partire dalla decisione di “privare di risorse infermieristiche, tecniche, mediche e di supporto le Aziende del Ssr, chiamate a trasferire professionisti alle strutture temporanee attivate presso la Fiera di Milano e di Bergamo”, così come “non si giustifica” il fatto che “una reale programmazione dei fabbisogni di personale non è mai stata concretamente sviluppata”.

09 NOV - “Il ringraziamento all’impegno ed alla serietà dei nostri Professionisti in prima linea per far fronte alle innumerevoli difficoltà dell’emergenza sanitaria in atto, unitamente all’accorato appello del Sig. Presidente, Avv. Attilio Fontana, affinché nessuno di noi ceda ma continui nella lotta, non esimono dalla necessità di richiamare alcune considerazioni già espresse in più sedi, ma che qui vogliamo riprendere”. Lo scrive la Fials Lombardia in una lettera aperta per chiarire che l’impegno del personale non manca, ma le soluzioni ideate dalla Regione sono inadeguate.

Per la Fials Lombardia, infatti, “l’apertura delle nuove strutture temporanee di Fiera City Milano e Fiera Bergamo, ma soprattutto le condizioni in presenza delle quali detto progetto trova avvio, avvalorano le palesi insufficienze delle politiche di determinazione dei fabbisogni del personale;  i relativi  piani che le aziende sanitarie approvano annualmente non sono altro che  fotocopie di quelle dell’anno precedente  (complice la normativa nazionale che non finanzia risorse ulteriori per gli organici della sanità pubblica) e tante sono state le denunce dal sindacato al riguardo”.

“Non si giustificano, pur tenendo conto della fase emergenziale, decisioni regionali che privano di risorse infermieristiche, tecniche, mediche e di supporto le Aziende del SSR, chiamate a trasferire professionisti alle strutture temporanee attivate presso la Fiera di Milano e di Bergamo”, spiega la Fials.

Per il sindacato “non si giustifica” neanche “l’omessa integrazione degli organici con personale strutturato che doveva essere assunto e formato nei mesi precedenti l’acuirsi della pandemia, all’esito di una reale programmazione dei fabbisogni che non è mai stata concretamente sviluppata”. Né “si risolvono le criticità con personale assunto a contratto, a termine, come liberi professionisti, perché con queste soluzioni non si può minimamente pensare di riuscire a gestire la sanità pubblica”.

“E’ un dovere prima di tutto morale resistere - conclude il sindacato - e di questo ne sono tutti consapevoli, in primis “i nostri professionisti per sempre” più affaticati e logorati rispetto la primavera precedente, ma altrettanto consapevole deve essere Regione Lombardia; non bastano impegni, dichiarazioni, intenti, ormai la soglia è superata; il sistema è molto debole, esasperato e di una vulnerabilità allarmante, occorre dare sostegno ai nostri operatori sanitari, intervenire velocemente, costi quel che costi”.

09 novembre 2020
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