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Caso camici in Lombardia. La difesa in Consiglio regionale del presidente Fontana: “Vicenda strumentalizzata”

Per il governatore il caso nasce “dalla più faziosa informazione”, perché “tutte e cinque le aziende che avevano dato disponibilità alle forniture sono state tutte coinvolte”. Fontana ha riferito in Aula di avere, però, chiesto al cognato di rinunciare al compenso proprio “per evitare strumentalizzazioni”. Ma “quando ho constatare che con il mio legame avevo arrecato svantaggio all'azienda”, “ho deciso di partecipare personalmente alla copertura di parte del mancato introito. Questo è stato il mio unico coinvolgimento. La Lombardia non ha speso un euro per la fornitura di 50mila camici”.

27 LUG - Il governatore lombardo Attilio Fontana è stato indagato dalla Procura di Milano nell’inchiesta sulla fornitura da mezzo milione di euro di camici e altro materiale da parte della società Dama spa gestita dal cognato e di cui la moglie detiene il 10%. Ma il governatore si difende e si dice certo che “la verità verrà a galla”.

Fontana ha rigettato oggi tutte le accusino anche in Consiglio Regionale, dove ha riferito sulla vicenda. “Ho riflettuto molto sull'opportunità di intervenire oggi soprattutto per la preoccupazione di dare un'ulteriore cassa di risonanza per polemiche che ritengo sterili, strumentali e lesive della mia persona e della mia carica”, ha detto. “Ho deciso di venire qui non solo per riaffermare la verità dei fatti, ma soprattutto per voltare pagina e con la volontà di andare oltre per affrontare le sfide e opportunità che ci aspettano”.

Fontana ha quindi evidenziato come il coronavirus, “circostanza storica eccezionale, non prevista né prevedibile, che ha investito la Lombardia e il mondo intero come uno tsunami”, abbia richiesto uno sforzo enorme e risposte rapide.

“Aria - ha dichiarato Fontana - si è fatta carico di svolgere un compito di proporzioni gigantesche in uno scenario di mercato molto complicato. Tutti ricorderete quando si parlava dell'inerzia della Lombardia sull'acquisto di mascherine dimenticando le lunghe attese di indicazione di provvedimenti del governo e Protezione Civile. Abbiamo deciso di fare da soli, era indispensabile agire in tempi rapidi”.

La vinceva della fornitura dei camici è stata sollevata, secondo il governatore lombardo, “ dalla più faziosa informazione con un refrain ripetuto all'inverosimile `Dama società del cognato del presidente’”.

Fontana ha quindi raccontato la sua versione dei fatti: “Sapevo che Dama si era dichiarata disponibile a rendersi utile nella situazione di emergenza. L'assessore Cattaneo ha interpellato Dama e altri imprenditori che si erano resi disponibili e queste cinque aziende sono state tutte coinvolte. Tutte e cinque queste aziende hanno visto acquistate le loro merci con quantità e costi differenti", con operazioni "autorizzate dalla procedura semplificata” del governo.

Fontana ha spiegato che “solo il 12 maggio scorso sono stato informato che la fornitura di camici da parte della Dama Spa era a titolo oneroso. Sono tuttora convinto che il negozio sia del tutto corretto, ma, perché il male è negli occhi di chi guarda, ho chiesto a mio cognato di rinunciare al compenso per evitare strumentalizzazioni”.

Fontana ha quindi riferito di avere voluto “alleviare l'onere dell’operazione, proprio perché si parla di mio cognato, partecipando personalmente alla copertura di parte del mancato introito. E' stata una decisione spontanea e volontaria, dovuta dal rammarico di constatare che con il mio legame di affinità aveva solo arrecato svantaggio ad un'azienda legata alla mia famiglia. E così quel gesto è diventato sospetto se non addirittura losco”.

Fontana ha quindi escluso che la rinuncia al pagamento, “definita `donazione´ con spirito del tutto irridente e poco nobile”, sia dipesa dalla presenza di Report. “Report in realtà si è palesata con le prime domande sul punto solo il 1 giugno, quando erano già trascorsi 18 giorni. Io sapevo quel che sapevano tutti: in quel momento vi era una drammatica emergenza, ed era in corso una ricerca spasmodica di presidi di protezione individuale. Ma ribadisco che nulla ho saputo dei rapporti negoziali a titolo oneroso fra Dama e Aria fino al 12 maggio: questo ho inteso esprimere quando ho affermato di essere completamente estraneo e ignaro della fornitura onerosa in questione. Le cose stanno così e rimarranno immutabili nel tempo, a dispetto di chi vuole leggerle diversamente, stravolgendo la verità” ha concluso il governatore.

“Io però - ha detto Fontana - non posso tollerare che si dubiti della mia integrità e di quella dei miei famigliari. Il mio coinvolgimento, se di coinvolgimento si può parlare, è stato quello illustrato e Regione Lombardia non ha speso un euro per la fornitura di 50mila camici”.

 

27 luglio 2020
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