L’Ecm dopo il Covid
14 GIU -
Gentile Direttore,
l’emergenza Covid-19 ha messo in difficoltà i medici e le altre professionalità sanitarie, in quanto si sono trovate ad affrontare un evento patologico imprevedibile e sconosciuto, difficile da gestire sia dal punto di vista diagnostico, che terapeutico.
E’ emersa ovunque la necessità di acquisire informazioni scientifiche per poter gestire al meglio la pandemia, indipendentemente dall’obbligo di acquisire crediti formativi ECM.
Le misure di sicurezza necessariamente messe in campo hanno anche determinato l’annullamento dell’aggiornamento professionale residenziale, inducendo un veloce ricorso alla formazione mediante gli strumenti digitali, che hanno registrato una notevole impennata di utilizzo.
Ciò si è dimostrato di grande utilità, poichè lo scambio di informazioni e conoscenze ha permesso di poter meglio fronteggiare la pandemia.
Nel frattempo la conversione in legge del Decreto Scuola ha sancito come acquisiti i 50 crediti ECM per l’anno 2020 per tutti gli operatori sanitari che hanno continuato a svolgere la propria professione in questi mesi di emergenza Covid-19.
Al di là dell’osservazione che il riferimento alla condizione di “dipendenti “ o “liberi professionisti” dei sanitari beneficiari del provvedimento, potrebbe creare equivoci interpretativi per coloro che hanno una posizione contrattuale di convenzionati parasubordinati (medici specialisti ambulatoriali convenzionati interni), emergono altre considerazioni.
L’aggiornamento professionale è una condizione indispensabile attualmente per la progressione di ogni professionalità ed in particolare di quella medica, per l’avvento di numerose innovazioni tecnologiche utili in ambito diagnostico e terapeutico per la migliore gestione dei pazienti ed in particolare di quelli cronici e fragili. Rientra oltrettutto obbligatoriamente nelle forme contrattuali delle professionalità sanitarie ,anche per poterne accederne e mantenerle in operativamente in atto.
Pertanto sarebbe più utile valorizzare forme di aggiornamento professionale di formazione sul campo, con la realizzazione di gruppi di miglioramento multidisciplinari e l’utilizzo di strumenti digitali quali il webinar o semplicemente il ricorso a FAD ben strutturate.
Il tutto in un tempo appositamente dedicato nell’ambito della attività professionale.
Ciò comporterebbe inevitabilmente la necessità del ricorso ad un maggiore investimento economico da parte del Ministero della Salute, senza dover costringere il personale sanitario ad “arrangiarsi” ricorrendo unicamente ad iniziative personali o a quelle messe a disposizione dagli Ordini Professionali, dalle Società Scientifiche e ad altre organizzazioni autorizzate, che devono utilizzare proprie risorse economiche.
La derivante crescita professionale di tutto il personale sanitario andrebbe a beneficio del migliore prodotto finale in termini di salute e benessere psico-fisico per tutta la popolazione.
Danilo Mazzacane
Segretario Generale Cisl Medici Lombardia
Segretario GOAL (Gruppo Oculisti Ambulatoriali Liberi)
14 giugno 2020
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