Fismu contro il bando dell’Ast Insubria per la formazione. “Favorisce chi ha aderito alla Riforma cronicità”
L’avviso per individuare 3 medici referenti per il corso di formazione in medicina generale. “Viene di fatto introdotto un elemento di valutazione ‘politico e discriminatorio’ che non potrebbe avere titolo neppure come criterio preferenziale essendo il modello lombardo di presa in carico una sperimentazione non conforme alla normativa nazionale, senza obbligo di adesione, neppure da parte degli assistiti”, evidenzia il segretario regionale Francesco Falsetti. L'AVVISO DI SELEZIONE
25 NOV - “Un atto discriminatorio che esclude moltissimi medici qualificati e titolati, sulla base di un criterio oltremodo discutibile: l’adesione/partecipazione alla contestata e non obbligatoria (sentenza TAR) sperimentazione regionale per la presa in carico della cronicità”. La Fismu (Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti) contesta così l’avviso emesso lo scorso 22 ottobre, a firma del Direttore UOC Gestione Risorse Umane,
Alessandra Mariconti, dell’Ast Insubria, per il corso di Formazione in Medicina Generale dal titolo: “Manifestazione di Interesse per l’individuazione di n. 3 medici di Medicina Generale per conferire l’incarico di Referente MMG”.
“Nella prima fase - spiega in una nota il segretario regionale Fismu
Francesco Falsetti in una lettera inviata al Direttore Generale dell’Ast,
Lucas María Gutierrez - si precisa che i candidati, medici di Medicina Generale, devono aver maturato esperienza nella formazione dei medici di Medicina Generale e che ‘abbiano aderito al percorso di presa in carico del paziente cronico’. L’adesione al percorso di presa in carico è ribadita nella terza fase e poi ancora al punto c) degli elementi di valutazione dell’apposita Commissione che si deve riservare che l’adesione sia documentata con la data di adesione e dal numero di assistiti malati con PAI attivo”.
“Devo dire - continua Falsetti - che se non l’avessi letto non avrei mai creduto che fosse possibile inserire un criterio di partecipazione amministrativo che risulta discriminante rispetto a tutti i medici di Medicina Generale e a coloro che abbiano esperienza di formazione. Ancora più grave è che lo stesso criterio viene poi ripreso come elemento di valutazione dall’apposita Commissione chiamata a verificare non le capacità del candidato all’attività di referente di formazione, ma la data di adesione e il numero di assistiti, malati cronici, con il PAI attivo al modello lombardo cronicità che evidentemente sono del tutto estranei all’attività di referente”.
“Viene di fatto introdotto un elemento di valutazione ‘politico e discriminatorio’ - denuncia il segretario regionale Fismu - che non potrebbe avere titolo neppure come criterio preferenziale anche in considerazione che il modello lombardo di presa in carico è una sperimentazione non conforme alla normativa nazionale, senza obbligo di adesione, neppure da parte degli assistiti, cioè l’adesione è volontaria, come indicato nell’Ordinanza del TAR-Milano del settembre 2017”. “Purtroppo - conclude Falsetti - questa è una delle tante ‘deviazioni’ che stanno costellando la storia della sanità lombarda. Sarebbe ora che si facesse un radicale cambio di rotta”.
25 novembre 2019
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