Condannato odontoiatra per mancata igiene orale della paziente. L’Ordine dei medici di Milano: “Pericoloso precedente”
Il dentista garantisce di avere fornito alla paziente tutte le indicazioni necessarie ma per il giudice manca, a dimostrarlo, “qualsiasi prescrizione sul punto nella cartella redatta dal dentista e nel modulo di consenso informato sottoscritto dalla paziente”. Rossi (Omceo Mi): “Paradossalmente, un medico, potrebbe essere condannato per non aver prescritto formalmente ai suoi pazienti precise indicazioni sui corretti stili di vita”. LA SENTENZA
29 OTT - Il Presidente dell’Ordine dei Medici di Milano,
Roberto Carlo Rossi, ha espresso viva preoccupazione per la sentenza emanata dalla Corte di Appello de L’Aquila che ha condannato al pagamento di circa 9.000 euro un dentista che non era riuscito a dimostrare di aver dato, a una sua paziente, tutte le informazioni necessarie per assicurare una corretta igiene orale.
“Le motivazioni della sentenza caricano sul dentista l’onere di provare che ha svolto una corretta informazione al paziente anche in merito a concetti universalmente noti relativi all’importanza dell’igiene orale – commenta il Presidente di OMCeO Milano.
“È ciò che fanno tutti i dentisti e che infatti, leggendo la sentenza, il Collega sembra aver fatto con coscienza. Ecco perché ritenere che tale adempimento debba sempre essere accompagnato da uno prova inconfutabile (per esempio uno scritto controfirmato dalla paziente) a me pare paradossale” – spiega
Andrea Senna, Presidente Commissione Albo Odontoiatri (CAO) Milano.
“Guardo alla sentenza con preoccupazione perché fa giurisprudenza ed il suo impatto va ben al di là dell’ambito locale. Paradossalmente, un medico (soprattutto se libero-professionista, in base alla Legge Gelli), potrebbe essere condannato per non aver prescritto formalmente ai suoi pazienti precise indicazioni sui corretti stili di vita a cui attenersi per evitare l’incorrere in diverse patologie. Informazioni che, di norma, sono date verbalmente” – aggiunge il Presidente dell’Ordine meneghino.
“Sentenze come questa - conclude Roberto Carlo Rossi – snaturano il rapporto medico-paziente e spingono inevitabilmente il medico e l’odontoiatra in direzione della ‘medicina difensiva’, perché dovendosi tutelare economicamente e professionalmente, a fianco di un maggior numero di adempimenti formali, sarà portato a definire prescrizioni aggiuntive a sostegno di possibili, futuri contenziosi”.
29 ottobre 2018
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