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Lombardia. Fimmg: “Pronti ad aprire vertenza se Regione rifiuta di discutere le nostre proposte su gestione pazienti cronici”

Il sindacato dei medici di medicina generale aveva chiesto di inserire nell’accordo integrativo regionale, attualmente in discussione e in scadenza a fine anno, la possibilità di permettere a tutti i medici di famiglia di definire il Piano di assistenza individuale per i propri assisti affetti da malattie croniche.

21 DIC - I medici di famiglia della Fimmg Lombardia sono sul piede di guerra. La loro richiesta di affidamento della responsabilità clinica del piano di assistenza individuale (Pai) dei propri pazienti, e di permettere a tutti medici che ne faranno richiesta di assumere il ruolo di gestore o cogestore non è stata raccolta dai rappresentanti della Regione al tavolo di negoziazione. E così, per il momento, hanno respinto la richiesta di modificare quelle parti delle delibere regionali che secondo la Fimmg confliggono con il ruolo e i compiti del medico di famiglia.
 
Un diniego che la Fimmg Lombardia rispedisce al mittente ricordando che, in assenza di un’apertura di un canale di dialogo da parte della Regione, convocherà nel breve il proprio Consiglio Regionale per la definizione delle più opportune strategie di lotta sindacale e non solo, con il coinvolgimento anche dei cittadini e delle loro organizzazioni, a cui già da ora chiede sostegno.
 
“Fimmg Lombardia – ha dichiarato il vice segretario Gabriella Levato – ha chiesto di inserire nell’accordo integrativo regionale, attualmente in discussione e in scadenza a fine anno, la possibilità di permettere a tutti i medici di famiglia  di definire il PAI (piano di assistenza individuale) per  i propri assisti affetti da malattie croniche, indipendentemente dal fatto che si siano dichiarati gestori o cogestori secondo quanto previsto dalle delibere regionali sulla presa in carico della cronicità. Ci corre l’obbligo di ricordare che, come previsto dal piano nazionale della cronicità, il Pai è un atto medico e la sua definizione è compito del medico di famiglia, che, in casi complessi, può avvalersi di altre figure e che  l’attribuzione di tale compito a indefiniti ‘clinical manager’ di gestori/erogatori, con competenze specialistiche settoriali e con mission professionali diverse, non va certamente nell’interesse dei cittadini e della qualità dell’assistenza – prosegue Levato – se la nostra voce non sarà ascoltata pensiamo sia a rischio tutta la riforma, nata con buoni obiettivi, ma  declinata, in alcune parti, in modo carente per quanto riguarda la competenza, professionalità e soprattutto responsabilità di ruolo dei medici coinvolti”.
 
Fimmg Lombardia, conclude Levato, è orgogliosa di aver stimolato, con la costituzione delle cooperative dei Mmg, la nascita di una rete di gestori nell’ambito delle cure primarie, coinvolgendo la maggioranza dei medici lombardi, ritiene tuttavia fondamentale utilizzare al meglio le specifiche competenze professionali e il rapporto fiduciario con i cittadini di tutti i medici di famiglia, anche di coloro che hanno deciso momentaneamente di non impegnarsi direttamente nella gestione organizzativa.

21 dicembre 2017
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