Veterinari: a Mantova un’altra aggressione sul luogo di lavoro. La seconda in un anno
È la seconda volta che accade dall’inizio del 2016, prima a marzo, poi il 12 dicembre: veterinari aggrediti verbalmente e fisicamente sul luogo di lavoro. Il sindacato di categoria chiede l’intervento delle istituzioni: “non si tratta di episodi legati alla sfera personale per questo va garantita la sicurezza di questi lavoratori”.
23 DIC - Aggressioni fisiche e verbali per una veterinaria della Asl di Mantova. A denunciare l’accaduto è stato il Sindacato Italiano Veterinari Medicina Pubblica, SIVeMP. E’ la seconda volta in anno che accade un episodio di violenza nella stessa azienda. L’ultimo risale al 12 dicembre scorso, il precedente al mese di marzo. In quell’occasione un altro collega è stato colpito, riportando gravi danni per una prognosi di 30 giorni, mentre si trovava nel parcheggio del suo luogo di lavoro. L’identità dell’aggressore non è mai stata svelata.
Dopo la violenza, la ASL di appartenenza, credendo che l’aggressione potesse essere ricondotta a un fatto personale, ha decurtato dallo stipendio del malcapitato la cifra prevista nei casi di malattia. Un atteggiamento contradditorio secondo il sindacato poiché la stessa “ASL – si legge in una nota - ha deciso di rafforzare la presenza veterinaria nella struttura di macellazione. Ciò – ha sottolineato il sindacato – è una ammissione implicita del fatto che l’episodio, invece, potesse essere riconducibile all’attività di controllo ufficiale svolta presso la struttura”.
Oltre al danno anche la beffa, secondo il SIVeMP: “Pure l’INAIL ha liquidato la vicenda annoverando il fatto come un rischio generico incombente su tutti i cittadini e comune ad altre situazioni del vivere quotidiano”. Ma la denuncia del sindacato non finisce qui: avrebbero più volte avanzato delle richieste, rimaste inascoltate. “Nell’ultima riunione dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli operatori e sull’attività di medicina Veterinaria Pubblica, convocata presso il Ministero il 24 gennaio 2014 - si legge nella nota - le nostre proposte ritenute condivisibili e ragionevoli, sono rimaste lettera morta e non si è avuto nessun riscontro tangibile”.
Ora il sindacato ha delle chiare aspettative: chiede la riapertura del confronto e, soprattutto, attende che le Istituzioni si convincano che la sicurezza dei veterinari è minata da gravi rischi. “E’ necessario decidere di porre rimedio alle interpretazioni soggettive e personalistiche dei vari Enti chiamati ad esprimersi su tali episodi – conclude la nota - prima di attivare azioni giudiziarie relativamente alle omissioni che espongono i veterinari pubblici tali rischi”.
23 dicembre 2016
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