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Lombardia. La sperimentazione Creg sui pazienti cronici funziona. Per il 66% il modello ha influito positivamente sullo stato di salute

Conclusa la prima fase del progetto che, avviato nel 2012 dalla Regione, ha coinvolto circa 30mila persone tra ipertesi, diabetici, affetti da scompenso cardiaco e da bronchiti croniche con procedure innovative nella presa in carico. Buono anche il grado di fidelizzazione: il 66% degli utenti ha eseguito le prestazioni previste dal Piano di Cura. Migliorati i parametri su colesterolo e diabete nei pazienti seguiti. IL REPORT

12 GIU - Lanciata nell’aprile 2012 con entusiasmo dagli allora governatore Formigoni e dall’assessore Bresciani, “si tratta di una innovativa modalità di presa in carico globale di questi pazienti, unica a livello internazionale”, la sperimentazione del Cronic Related Group (Creg) produce oggi i primi risultati. Si tratta di nuovo modello di gestione dei pazienti cronici presso gli studi dei medici di famiglia e al proprio domicilio promosso dalla Regione. I primi dati sono stati infatti presentati durante il convegno ‘Buongiorno Salute’ organizzato da Fimmg Lombardia (Federazione Italiana Medici di Famiglia) e SIFMed (Scuola Italiana di Formazione e Ricerca in Medicina di Famiglia) con il contributo di Telbios, partner tecnologico.

Nel corso dei lavori, sono stati analizzati e discussi i risultati di ‘Buongiorno Creg’, porzione robusta del progetto complessivo, che ha coinvolto dal 2012 ad oggi circa 30.000 pazienti, 300 medici di famiglia organizzati in 3 cooperative (IML, MMG CREG e CMMC), in 4 Asl (Bergamo, Como, Milano città e Milano2). Agli arruolati, affetti da malattie croniche (21.570 ipertesi, 8.746 diabetici, 5.429 affetti da scompenso cardiaco, 2.262 bronchitici cronici e un numero minore di pazienti affetti da altre patologie croniche), il proprio medico ha proposto un piano di cura dedicato nell’ottica della “medicina di iniziativa” e di "prossimità”.

“Una prima fase di sperimentazione si è appena conclusa – ha commentato Fiorenzo Corti, segretario Regionale della Fimmg - e, anche se i dati sembrano incoraggianti, vista la proposta regionale di allargamento della sperimentazione ad altre Asl (Milano1, Varese, Monza e Brianza , Cremona) abbiamo ritenuto necessario promuovere il convegno di oggi per sentire e condividere con tutti gli attori coinvolti nel territorio gli sviluppi del progetto regionale, anche in vista della prossima sottoscrizione dei contratti tra Asl e Cooperative mediche”.

Alla base del progetto due capisaldi: piani capillari di telemonitoraggio e una costante attività del Centro servizi che ha contattato periodicamente i pazienti per monitorare il livello di partecipazione, conoscere la loro percezione sui servizi erogati e verificare i cambiamenti in atto nel rapporto col medico. I primi riscontri hanno generato esiti incoraggianti: il 66,6% ritiene, con sfumature diverse, che la partecipazione abbia influito positivamente sul proprio stato si salute, mentre soltanto il 6,5 manifesta dissenso verso la sperimentazione. Feedback ottimo in risposta al quesito “Partecipare al programma ha stabilizzato o migliorato lo stato di salute?”. Risposta affermativa è stata espressa dal 51% degli utenti, mentre l’11 ha registrato impressioni negative. Interessante anche il dato relativo alle motivazioni che hanno indotto ad aderire: il 65,8% si è iscritto per la fiducia nutrita verso il proprio medico, il 34,2% per coltivare possibilità di miglioramenti della propria condizione.

Buono il grado di fidelizzazione: il 66% dei pazienti ha eseguito le prestazioni previste dal Piano di Cura e il 15% solo in parte. In ogni caso, il 93% ha consegnato i risultati al medico di famiglia. Sotto il profilo dello sviluppo clinico, emergono importanti evoluzioni: il numero di cittadini per i quali è stato registrato nel 2014 rispetto al 2012 un miglioramento dei valori di colesterolo LDL è superiore a quello per i quali è stato segnalato un peggioramento. In particolare, il valore si è abbassato del 4,2% per coloro che si trovavano nella fascia tra 100 e 159 e del 2% per chi si collocava oltre 159. Incremento del 6,7% per quanti si posizionavano sotto quota 100. Analogo trend per il diabete, misurato tramite la glicata. Aumento del 3,9% per chi riscontrava meno di 7, calo del 5,2% per chi si inseriva tra i valori di 7 e 8, crescita soft dell'1,3% per gli over 8. 

Il progetto non si esaurisce oggi, ma prosegue nell’ottica di uno sviluppo costante e progressivo. Sono stati quindi già fissati gli asset di lavoro in cui vengono auspicati ulteriori avanzamenti. Verranno elaborati flussi di dettaglio sulle prestazioni erogate e sui farmaci acquistati tentando, contestualmente, di ottenere una maggiore condivisione con gli specialisti tramite la stipula di accordi ad hoc. Ma si perseguirà anche una maggiore integrazione con l’Adi. Senza dimenticare il profilo finanziario, che dovrà garantire almeno una remunerazione di progetto sufficiente a coprire i costi erogati.
 
Gennaro Barbieri
 


12 giugno 2015
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