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Disabilità. Le istituzioni devono fare di più

20 OTT - Gentile Direttore,
insieme alla collega Pizzighini abbiamo chiesto ai colleghi della IX Commissione permanente - Sostenibilità sociale, casa e famiglia, di poter ricevere in audizione i rappresentanti Confad (Coordinamento nazionale famiglie con disabilità) per un confronto sui temi riguardanti le misure B1 e B2, la figura del caregiver e i progetti per la vita indipendente. Il confronto è stato estremamente istruttivo e valido per porre all’interesse del Consiglio regionale essenzialmente tre questioni.

La prima, sensibilizzare la maggioranza sull’esigenza di maggiori fondi per misure come B1 e B2, fondi che intendiamo chiedere nella prossima legge di bilancio. Purtroppo, sono ancora troppe le famiglie rimaste escluse per il sottofinanziamento di queste misure. Nel corso dell’audizione è stato confermato come per le misure a sostegno delle famiglie si debba uscire dalla logica del “bando” che crea incertezza di accesso alle risorse ed assomiglia più ad una “lotteria”, ma immaginare un sistema di finanziamenti strutturali e regole più snelle.

La seconda questione affrontata riguarda la necessità di fare il punto sugli effetti della legge sui caregivers, che il Consiglio regionale ha approvato un anno fa. Questo per capire se la direzione è giusta o se sono necessari correttivi e migliorie. I caregivers, al contrario di quello che pensava il governatore Zaia in Veneto, non sono autisti, ma persone che per le attività di assistenza continuativa - che prestano nei confronti del loro familiare - hanno la necessità di veder riconosciuti diritti quali: riposo, vita sociale e contributi pensionistici. Purtroppo, la Legge Regionale varata circa un anno fa, pur partendo da buoni propositi non sembra aver prodotto effetti concretamente migliorativi sulle vite delle famiglie; pertanto, sarà necessario verificare la necessità di fare un tagliando al testo.

La terza fondamentale questione riguarda i progetti di vita indipendente. In quale modo Regione Lombardia intende promuovere la vita indipendente? Sotto questo punto di vista c’è ancora molto da lavorare. Servono progetti che partono dall’analisi dei bisogni del singolo, al fine di integrare le persone con disabilità all’interno del tessuto sociale e produttivo in un percorso di vita indipendente.

Abbiamo citato di nuovo casi lodevoli nati spontaneamente sul territorio, come il “Bottegaio nostrano” – dove i ragazzi con disabilità di avvicinano al mondo del lavoro vendendo e valorizzando eccellenze alimentari lombarde - e “Condivivere” - dove persone con disabilità accompagnate da educatori vivono l’esperienza dell’accesso al mondo del lavoro e della vita indipendente - ma il loro straordinario lavoro deve essere affiancato da quello delle Istituzioni e sotto questo aspetto Regione Lombardia ha il dovere di fare di più.

Nicola Di Marco
Consigliere regionale e capogruppo M5S Lombardia

20 ottobre 2023
© Riproduzione riservata

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