“Valentina” ha tentato in tutti i modi consentiti dal servizio sanitario pubblico di prenotare una Uro-RMN, Uro Risonanza Magnetica, per la figlia con impegnativa urgente a 10 giorni, datata 1 febbraio, e l'ATS di Milano le aveva comunicato che la sua la richiesta era stata collocata in una lista di galleggiamento, dalla quale sarebbe stata ripescata in tre giorni. Ma Valentina non è stata mai chiamata e non è successo niente fino alla denuncia effettuata nel corso della trasmissione “37e2” su Radio popolare di venerdì 17 febbraio.
"Ieri la signora Valentina ha ricevuto finalmente notifica che l'esame potrà essere effettuato in regime di convenzione il 1 marzo presso il Centro Diagnostico di Milano. I 10 giorni sono scaduti, ma l'esame indispensabile per la salute di sua figlia finalmente si farà! L'ennesimo caso di lista d'attesa infinita in sanità risolta da 37e2, ma questo non è motivo di orgoglio, tutt'altro". A raccontarlo è Medicina Democratica in una nota.
Che cosa è successo? "Per capire vale la pena riepilogare i fatti: dopo la denuncia della signora Valentina, Cora Ranci, collaboratrice di 37e2, ha chiamato il call center regionale e ha chiesto di fare una risonanza magnetica addome inferiore a pagamento. Il call center, miracolosamente, le ha trovato subito al Fatebenefratelli ben 4 date disponibili immediatamente ridosso, il 20, 23, 24 e 27 febbraio, al costo di 490 euro, costo che può salire a 700 a seconda di chi pratica l'esame".
“Un fatto gravissimo- ha dichiarato Vittorio Agnoletto, conduttore della storica trasmissione sulla salute, insignita dell'Ambrogino d'oro nel 2020- assolutamente e totalmente inaccettabile: abbiamo avuto la riprova che nelle strutture sanitarie pubbliche ci sono grandi disponibilità per eseguire gli esami specialistici ma solo a pagamento; infatti per effettuare gli esami con il servizio sanitario pubblico è necessario aspettare un tempo infinito. In pratica è lo stesso servizio sanitario pubblico che agisce come se fosse una struttura privata. Tutto ciò non solo è inaccettabile, ma è in contrasto con la nostra Costituzione”.
“Se non fosse tragica potremmo dire che siamo alle comiche – ha dichiarato Vittorio Agnoletto- non è pensabile che i cittadini per vedere rispettato il diritto alle prestazioni sanitarie pubbliche debbano affrontare un vero e proprio calvario, peregrinando a destra e a manca e debbano rivolgersi a noi: ci chiediamo quali siano i criteri in base ai quali si stabilisce, anche dentro gli ospedali pubblici, il numero di prestazioni in convenzione e quelle in regime privatistico. E ci chiediamo perché quelle private intramoenia siano così tante e invece quelle in convenzione pochissime e introvabili. Questo non è un caso limite, ma uno dei tanti di cui veniamo a conoscenza grazie alle molte denunce che ci arrivano e non ci fermeremo qui”.