Lombardia. Anaao contro cambio codici PS: “Non è di questo che abbiamo bisogno”
Per il sindacato il focus che andrebbe fatto per ottenere un effettivo miglioramento dell’organizzazione delle strutture sanitarie “non è sulla tavolozza cromatica dei Pronto Soccorso, bensì sulle risorse di cui gli stessi PS sono dotati, sulla necessaria – ma mancata – valorizzazione del personale sanitario che opera in queste strutture e su una riorganizzazione della rete ospedaliera che punti all’efficienza”. Ma il governo regionale “è sordo”.
04 APR - Accolta con molta freddezza da parte dell’Anaao Assomed
la riforma dei codici di triage nei Pronto Soccorso approvata dalla Regione Lombardia su proposta dell’assessore
Letizia Moratti. A dettare i tempi di attesa di triage nei Pronto Soccorso sono i colori, non più quattro ma cinque. Ma per l’Anaao Lombardia questo sistema non fa che “coprire con un’ulteriore sfumatura quello che è il reale vuoto di risorse che delinea il panorama sanitario”, si legge in una nota dell’Anaao Lombardia.
Per il segretario regionale del sindacato, Stefano Magnone, infatti, “il focus fondamentale che andrebbe fatto per ottenere un effettivo miglioramento dell’organizzazione delle strutture sanitarie non è quindi sulla tavolozza cromatica dei Pronto Soccorso, bensì sulle risorse di cui gli stessi PS sono dotati, sulla necessaria – ma mancata – valorizzazione del personale sanitario che opera in queste strutture e su una riorganizzazione della rete ospedaliera che punti all’efficienza”.
Ma “il governo è sordo”, continua a descrivere il sistema sanitario lombardo “come un sistema iper-efficiente, all’avanguardia e iper-produttivo, senza ascoltare invece la situazione testimoniata da medici e dirigenti sanitari, stremati da un’organizzazione troppo fluida e mutevole che fa perno su risorse date per scontate ma in realtà assenti o portate allo stremo”. Nel frattempo, spiega Magnone, “stiamo assistendo a una fuga di risorse, i medici scappano verso altri lidi dove le condizioni lavorative sono migliori e meno isteriche, come il privato, la libera professione o la medicina generale. Questo fenomeno purtroppo non interessa solamente il territorio lombardo ma è diffuso a livello nazionale. Ciò testimonia in maniera cristallina una situazione esattamente opposta rispetto a quella descritta dall’Assessore al Welfare”.
L’Anaao Lombardia osserva come, “se da una parte, durante la Commissione III del Consiglio Regionale, alcune osservazioni di Anaao sono state recepite e ascoltate, dall’altra mancano i concreti riscontri da parte dei palazzi regionali, dove la governance rifiuta di ascoltare i problemi lamentati dai medici e dalle loro rappresentanze”.
“Non le inaugurazioni, non i grandi exploit - ribadisce l’Anaao -; servono soluzioni innovative a problemi reali e non il mantenimento dello status quo travestito da riforme richieste dal PNRR o dal Ministero”.
04 aprile 2022
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