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Fimmg alla Regione: “A rischio capillarità e relazione medico-paziente”

Lettera aperta del segretario regionale Andrea Stimamiglio al presidente Toti sul documento delle Regioni: “L’aziendalizzazione dei servizi ha spersonalizzato il rapporto con i pazienti, per cui adesso il paziente va a visita specialistica ma non sa quale specialista lo visiterà; far perdere anche alla medicina generale un bagaglio personale di conoscenza del paziente e di stima che si forma e si arricchisce negli anni sarebbe un irrimediabile errore”.

29 SET - Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata dal segretario regionale della Fimmg Liguria, Andrea Stimamiglio, al Presidente della Regione Giovanni Toti, in merito al documento "Prima analisi criticità e possibili modifiche nelle relazioni SSN/MMG in particolare nella prospettiva della riforma dell’assistenza territoriale determinata da PNRR” della Conferenza delle Regioni.

Caro Governatore,
è stato recentemente pubblicato il documento della Conferenza Stato Regioni “Prime analisi delle criticità e possibili modifiche nella prospettiva della riforma dell’assistenza territoriale determinata da PNRR”

L’elaborato, nell’affrontare quanto successo durante la prima fase pandemica, esprime opinioni sorprendenti e fuorvianti.

Si dice per esempio che “l’istituzione delle USCA ha sopperito alle difficoltà della MG di organizzarsi autonomamente nel fornire un effettivo supporto per l’assistenza attiva dei propri assistiti a domicilio” e che “il contributo in termini di vite umane avvenuto durante la prima ondata della pandemia è stato soprattutto dovuto a un modello che non era in grado di fornire strumenti, spazi e organizzazione adeguati per questi professionisti”

Chiarisco che, mentre chiudevano pressoché tutti i servizi specialistici e ospedalieri per implementare il servizio di prima accoglienza del PS e quelli di rianimazione, la medicina generale ha continuato a assistere i propri pazienti in maniera ininterrotta. Laddove la rete informatica fra gli studi ha funzionato (La Spezia), i MMG sono riusciti a seguire i pazienti dei Colleghi malati senza far mancare loro nulla.

Ancora, come ricorderà, ci siamo impegnati a tenere aperto il telefono di sabato e domenica per rispondere ai nostri pazienti, e in molti casi anche di notte. A titolo aneddotico, ricordo che una Collega mi ha detto che una paziente l’ha chiamata alle 4 di notte per chiederle come mai non si facevano vivi dalla ASL per il tampone domiciliare.... Il MMG, figura sanitaria al primo posto di gradimento in tutte le indagini di popolazione, anche in questa occasione ha fatto da indispensabile collegamento fra pazienti e struttura.

Il periodo COVID è stato comunque un vero incubo per il MMG: il telefono ha squillato ininterrottamente, le persone erano terrorizzate, la mancanza di servizi specialistici ha fatto in modo che i pazienti tornassero più volte nei nostri studi per avere comunque risposte che da altre parti non avevano. Dal 1 gennaio 2020 a oggi le AASSLL ci hanno inviato ben 251 circolari (contate: compaiono sul sito FIMMG), alcune di decine di pagine, con istruzioni e regole da rispettare

Vero è che mancavano i presidi, per cui nei primi tempi si sono ridotte le visite domiciliari ai pazienti febbrili; altrettanto vero è che i MMG che hanno continuato a farle senza protezioni (e stiamo parlando di quasi 200 colleghi) hanno pagato con la vita questo loro impegno generoso.

Nonostante questo, in alcune realtà la medicina generale ligure, prima dell’avvento delle USCA, ha comunque cercato di organizzarsi e di reagire, impegnando quei pochi presidi comprati autonomamente per assistere a turno i propri pazienti domiciliari febbrili. In seguito, la categoria si è impegnata a fondo aggiungendo al consueto impegno quotidiano il compito di affiancare le strutture ASL per l’impegno nelle vaccinazioni antiCOVID

Sicuramente, se le Regioni si fossero dotate di un adeguato numero di presidi e di una idonea organizzazione come da prescrizioni del Piano Pandemico, la storia dell’emergenza Covid 19 si sarebbe scritta in maniera diversa.

Il documento della conferenza “Stato Regioni” prosegue parlando di ipotesi di dipendenza della MG e di centralizzazione dei servizi nelle cd “Case delle Comunità”

In Liguria se ne dovrebbero fare poco più di 30, e ognuno dovrebbe servire circa 50000 cittadini

Non sfuggirà che le peculiarità del territorio ligure costringerebbero anziani (e meno anziani) a fare parecchi chilometri per essere visitati dal loro medico di famiglia, per cui ci chiediamo: perché rinunciare alla capillarizzazione dei servizi e degli studi dei medici di famiglia?

Come chiarito in un recentissimo documento nazionale, FIMMG non è contro le istituzioni delle Case di Comunità, però come integrazione e non sostituzione della situazione attuale.

L’idea costruita a tavolino che se un MMG lavora in una casa delle Comunità non manderebbe i propri pazienti al Pronto Soccorso sottintende una disponibilità di Specialisti e mezzi attualmente non realizzabile, visto l’attuale impegno degli Specialisti a cercare di far calare le liste di attesa allungatesi in tempo di COVID

Gli studi periferici dei medici di famiglia, collegati in rete con l’HUB centrale delle case di comunità, dovrebbero comunque essere dotati di strumentazione per le diagnosi di primo livello e da subito sono pronti ad accogliere Specialisti ambulatoriali convenzionati per assistere i propri pazienti.

Sull’ipotesi di dipendenza, temiamo molto che contribuirebbe a “spersonalizzare” il rapporto con i propri pazienti, che attualmente scelgono il proprio medico e siamo certi che il rapporto orario escluderebbe questa possibilità

Chi di noi è più anziano, ricorda che nei primi anni ’80 quando si chiedeva una visita specialistica non si inviava un paziente al servizio, ma a “quello” specialista. L’aziendalizzazione dei servizi ha spersonalizzato il rapporto con i pazienti, per cui adesso il paziente va a visita specialistica ma non sa quale specialista lo visiterà; far perdere anche alla medicina generale un bagaglio personale di conoscenza del paziente e di stima che si forma e si arricchisce negli anni sarebbe un irrimediabile errore.

Caro Presidente, sappiamo bene che molto c’è da fare per migliorare il lavoro della Medicina Generale.

Le risorse fornite dal PNRR costituiscono un’occasione irripetibile: noi siamo pronti a sederci intorno a un tavolo per parlarne.

Per concludere, aggiungo che, come invece è stato fatto in altre Regioni, non ci sia molto da commentare sugli “spropositati guadagni” della MG, enfatizzati dalla Gabanelli e più recentemente su Panorama. Come noto, con poco più di 4 euro lordi mensili a paziente (NB: lordi, quindi ancora da tassare) il MMG si paga lo studio, le bollette, i rifiuti speciali, il commercialista, il responsabile della sicurezza, e non ha TFR, ferie pagate, tredicesima, licenze e quant’altro. Molti Medici emergentisti convenzionati hanno chiesto alle Regioni di passare a dipendenza, richieste non accettate. E noi sappiamo perché: le Regioni hanno ben presente che un dipendente costa molto di più di un convenzionato ....

Andrea Stimamiglio
Segretario regionale FIMMG Liguria


29 settembre 2021
© Riproduzione riservata

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