Ipotermia. Nel 76% degli ospedali liguri la temperatura dei pazienti non viene mai misurata prima dell’ingresso in sala operatoria
E il 90% delle strutture non ha un protocollo specifico per la prevenzione dell’ipotermia. Ha fatto tappa a Genova la campagna di sensibilizzazione “chirurgia senza brivido” organizzata da Siaarti e promossa da 3M per formare e informare sui rischi dell’ipotermia, una complicanza comune degli interventi chirurgici che interessa il 50-90% dei pazienti. In atto in Liguria misure per contrastare il fenomeno
11 OTT - In quasi otto ospedali su dieci della Liguria la temperatura corporea, prima dell’ingresso in sala operatoria, viene misurata raramente o mai e solo nel 38% dei casi viene effettuato il monitoraggio della temperatura corporea in sala operatoria. E ancora, in nove strutture sanitare su dieci manca all’appello un protocollo ad hoc per la prevenzione dell’ipotermia e il monitoraggio perioperatorio dei pazienti. Ma ora la Regione si sta attrezzando: la Centrale regionale acquisti ha da poco concluso una gara nella quale sono inseriti presidi sia per la misura della temperatura sia per il riscaldamento dei pazienti in camera operatoria. In Liguria sarà così più facile aderire alla buona pratica clinica.
È quanto emerso nel corso dell’evento sulla normotermia (accreditato Ecm) “Normo Days” organizzato nell’ambito della Campagna di sensibilizzazione “Chirurgia senza Brivido” che ha fatto tappa oggi a a Genova, presso Castel Simon Boccanegra. Un’iniziativa organizzata con il coordinamento scientifico di Siaarti, Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva e il contributo non condizionato di 3M Italia. Obiettivo: informare anestesisti, rianimatori, management della sanità e cittadini sui rischi e le possibili soluzioni dell’ipotermia, e sensibilizzare le istituzioni alla creazione di protocolli regionali.
L’ipotermia, ovvero una temperatura centrale corporea inferiore a 36.0 °C, rappresenta una complicanza comune degli interventi chirurgici: interessa tra il 50%-90% dei pazienti sottoposti sia a operazioni chirurgiche maggiori sia a procedure brevi. Un fenomeno che oltre ad arrecare disagio al paziente comporta un aumento dell’incidenza di complicazioni associate all’ipotermia inattesa quali maggiore rischio di mortalità, necessità di emotrasfusione, degenze ospedaliere più lunghe, e aumento del rischio di infezione della ferita chirurgica, con conseguente aumento dei costi per gli ospedali.
Da Siaarti le Buone Pratiche cliniche e una survey sul tema. Gli scenari in Liguria. Per fotografare la situazione italiana, in occasione della campagna, la società scientifica ha condotto una survey sulla gestione della normotermia perioperatoria, al fine di individuare lo stato dell’arte e le differenze tra le varie Regioni. Dall’indagine è emerso che nel 76% delle strutture della Liguria la temperatura corporea, prima dell’ingresso in sala operatoria, viene misurata raramente o mai; solo nel 38% dei casi viene effettuato il monitoraggio della temperatura corporea in sala operatoria. Nel 90% degli Ospedali non è presente un protocollo specifico per la prevenzione dell’ipotermia e il monitoraggio perioperatorio dei pazienti. Tra le ragioni dell’assenza di monitoraggio, quasi il 40% dichiara che non c’è interesse nella misurazione della temperatura, mentre il 26% indica la non disponibilità di termometri e monitor per tutti i pazienti.
“La misura intraoperatoria della temperatura, pur nella sua semplicità non è sempre agevole anche se oggi si può disporre di strumenti più maneggevoli, accurati e meno invasivi – ha spiegato
Angelo Gratarola, Direttore Dipartimento emergenza accettazione Direttore Uo Anestesia e Rianimazione Ospedale Policlinico San Martino di Genova – siamo consapevoli dei risultati della survey effettuata da Siaari circa il basso utilizzo della misura della temperatura intraoperatoria e che gli anestesisti sono invece più attenti nell’impiego di sistemi di riscaldamento del paziente e dei fluidi somministrati. Va ribadito che le due pratiche non devono assolutamente essere disgiunte. La Centrale Regionale acquisti ha terminato da poco una gara nella quale sono inseriti presidi sia per la misura della temperatura che per il riscaldamento e perciò in Liguria sarà più facile aderire a questa buona pratica clinica”.
“Normo Days”: da maggio fino al mese di novembre su tutto il territorio nazionale. La Campagna “Chirurgia senza Brivido” è un percorso educativo volto alla diffusione delle Buone Pratiche Cliniche di Siiarti in cui sono coinvolti Capi dipartimento, primari di Anestesia e Rianimazione, Direzione sanitaria e Risk manager.
“La Siaarti è da sempre impegnata nella preparazione e divulgazione di protocolli, percorsi e linee guida adottabili in diversi setting, in cui è coinvolta la figura professionale dell’anestesista-rianimatore – ha affermato
Antonio Corcione, Presidente Siaarti e primario della Uoc Anestesia Ao Dei Colli, Monaldi di Napoli – l’obiettivo di questa Campagna è fare informazione e formazione in modo da arrivare a un’omogeneità delle attività di competenza dell’anestesista su tutto il territorio nazionale. Durante un intervento chirurgico, se non si attua un controllo della temperatura del paziente con gli strumenti adatti, è possibile andare incontro a un’ipotermia accidentale che espone il paziente a problemi clinici rilevanti. Nonostante tutti gli anestesisti conoscono l’importanza del monitoraggio della temperatura, se andiamo a vedere la realtà italiana, purtroppo riscontriamo una situazione a macchia di leopardo e molto deficitaria. Per questo motivo Siaarti ha elaborato il documento di Buona Pratica Clinica sulla normotermia perioperatoria”.
11 ottobre 2017
© Riproduzione riservata
Altri articoli in QS Liguria