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Neuroblastoma. Il Gaslini celebra i 40 anni dal primo protocollo diagnostico- terapeutico coordinato dall’Istituto

Venerdì un convegno per fare il punto sul più frequente tumore solido extracranico dell’infanzia. Nel 1976 la guarigione riguardava il 25% dei casi, oggi il 70%. “Tuttavia – evidenzia l’Istituto - i progressi sono dovuti in gran parte ad un uso intensivo di chemioterapia, chirurgia e radioterapia, con pesanti tossicità per i bambini. Bisogna proseguire l’impegno di ricerca”.

24 NOV - Appuntamento venerdì 25 novembre a Genova, presso il Cisef Gaslini, per il convegno “Neuroblastoma  1976 -2016: esperienze e prospettive”, che vedrà riuniti i maggiori esperti italiani per fare il punto su inquadramento diagnostico, trattamento e nuove prospettive per il futuro nella cura e la ricerca su questa forma tumorale dell’infanzia.

“Il neuroblastoma è il più frequente tumore solido extracranico dell’età pediatrica, con circa 150 casi diagnosticati annualmente in Italia. Nel 1976 venne elaborato il primo protocollo diagnostico-terapeutico italiano, coordinato dall’Istituto Giannina Gaslini. Allora la guarigione da questa neoplasia riguardava appena il 25% dei casi, ma i miglioramenti verificatisi nei 40 anni intercorsi dal 1976 ad oggi hanno portato ad un progressivo incremento, fino all’ attuale 70%”, spiega l’istituto nella nota che annuncia l’evento.

I progressi, spiega la nota, dal 1976 ad oggi hanno riguardato molti settori di ricerca su questo tumore: dalla diagnostica per immagini, alla biologia, istologia e terapia. E’ stato creato proprio all’Istituto Gaslini un Registro Neuroblastoma che raccoglie preziose informazioni cliniche e biologiche di più di 3500 casi italiani e una bio-banca con oltre 20.000 campioni biologici. “La collaborazione tra i tutti i centri pediatrici italiani ha portato a curare allo stesso livello dei migliori centri europei più del 90% dei bambini affetti da questa malattia, grazie anche al sostegno, non solo economico, di Associazione e Fondazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma”, evidenzia l’Istituto.

“Tuttavia – si precisa nella nota -, i progressi fatti nella cura sono dovuti in gran parte ad un uso intensivo di chemioterapia, chirurgia e radioterapia, con pesanti tossicità per i bambini, il 30%  dei quali ancora soccombe alla malattia; tutto ciò rende necessario proseguire l’impegno di ricerca nei confronti del neuroblastoma, per una terapia sempre più mirata e a misura di bambino e un indispensabile miglioramento delle nostre capacità di cura. Oggi una terapia personalizzata inizia a realizzarsi grazie allo sviluppo di nuovi programmi terapeutici basati sull’immunoterapia”.

24 novembre 2016
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