Liguria. Rsa, Pd e sindacati confederali contro la delibera della Regione, che replica: “Date risposte a criticità, ma il lavoro continua”
La delibera che aggiorna i requisiti organizzativi delle strutture è stata approvata ieri in commissione Sanità, senza il voto del Pd, che contesta alla Regione “azioni insufficienti e nessuna proposta per migliorare le condizioni di lavoro”. Critiche anche Cgil, Cisl e Uil, ma per la Regione si tratta di “una risposta all'attuale situazione di criticità”, anche se su altri aspetti il “lavoro tavoli tecnici continua”.
28 MAR - La commissione Salute della Liguria ha dato il via libera ieri (tra le polemiche) alla delibera di revisione e aggiornamento dei requisiti autorizzativi di tipo organizzativo delle strutture sociosanitarie per anziani, disabili, psichiatria e dipendenze presentata e approvata ad inizio gennaio dalla Giunta regionale, su proposta dell'assessore alla Sanità
Angelo Gratarola.Con polemiche perché la delibera è stata contestata in commissione sia dal Pd, che non ha votato a favore dell’approvazione, che da Cgil, Cisl e Uil, sentite in audizione.
“Non abbiamo votato a favore delle modifiche autorizzative temporanee riguardanti le strutture socio sanitarie proposte dalla Giunta”, spiega il
Pd Liguria in una nota, perché “la carenza di figure professionali nel settore è drammatica e l'atto presentato non soddisfa nessuno, a tal punto che gli stessi enti gestori lo hanno definito una delibera di temporanea sopravvivenza. Le strutture autorizzate sono state svuotate dai concorsi delle aziende pubbliche e bisogna evitarne la chiusura o un funzionamento irregolare. È evidente l'insufficienza dell'azione della Giunta, che da anni non risponde alla necessità di rivedere standard, promuovere corsi per OSS e consentire alle strutture di retribuire in modo congruo il proprio personale”.
Per il Pd Liguria “la ‘fuga’ degli operatori è prova evidente che da anni la Giunta Toti non aggiorna le tariffe, non modifica il sistema autorizzativo e di accreditamento come chiediamo da lungo tempo. Risulta necessario riaprire il confronto sindacale: è incredibile che il centrodestra non abbia provato a concordare le modifiche che riguardano il personale senza verificare la coerenza contrattuale necessaria per svolgere un servizio così delicato. Nel giro di qualche mese la Giunta torneremo a verificare se investimenti, regole e sistema dei controlli determineranno i cambiamenti attesi da lavoratori e gestori, nell'interesse comune dei pazienti più fragili e dell’intero sistema”, concludono i consiglieri del Partito Democratico.
Anche per Cgil Cisl Uil “molte delle criticità espresse dal sindacato confederale, alcune già palesate a presidente e assessore alla sanità, sono rimaste irrisolte. Prima di tutto la questione delle residenze per anziani. A inizio anno la Regione Liguria ha pesantemente modificato con delibera i requisiti organizzativi delle strutture socio sanitarie. La decisione, che non ha coinvolto il sindacato, viene contestata perché non rispetta né i lavoratori del settore né gli utenti, in maggioranza rappresentati da anziani e fragili, che hanno diritto ad un servizio rispondente alle loro necessità e a quelle delle loro famiglie”. Cgil Cisl Uil hanno chiesto l’applicazione dei contratti di lavoro nazionali firmati dalle organizzazioni maggiormente rappresentative.
Della delibera si contesta inoltre “il declassamento delle prestazioni professionali fino al 30% che penalizza fortemente operatori e utenti. Per contenere i costi e sopperire alla carenza di personale, gli operatori dovrebbero svolgere mansioni per cui non hanno il titolo professionale e relativo riconoscimento economico.
Nel frattempo ai lavoratori di questo settore si chiede di lavorare di più e con nuove competenze ma senza rinnovare loro i contratti”.
“In questo quadro – concludono Cgil, Cisl e Uil -, l’intervento di Regione Liguria su un servizio pubblico ceduto in accreditamento e non fornito direttamente da strutture pubbliche, sembra rispondere solo alle esigenze economiche delle Aziende nella gestione facendo pagare due volte i cittadini, prima con la fiscalità generale per avere i servizi pubblici e poi pagando la quota aumentata del servizio presso l’azienda accreditata”.
Alle perplessità espresse da Pd e sindacati ha risposto nella serata di ieri la stessa Regione. “Con la delibera – si legge in una nota - è stata recepita la maggior parte delle richieste di modifica alla DGR 944/2018 riguardante i requisiti organizzativi che rappresentano una risposta all'attuale situazione di criticità garantendo contemporaneamente il mantenimento di adeguati livelli di sicurezza e qualità dell'intervento assistenziale a tutela della salute e della dignità delle persone fragili. Tra le principali novità spicca l'allargamento delle specializzazioni necessarie per l'incarico di direttore sanitario e alcune variazioni alle figure professionali del comparto sociosanitario impiegato. In carenza di infermieri è stata prevista la possibilità di utilizzare la figura degli operatori socio sanitari con formazione complementare (OSS FC) nella misura del 30% del minutaggio previsto per gli infermieri e in stretto riferimento alle competenze degli OSS FC”.
“Si ribadisce inoltre – prosegue la nota della Regione - che l'applicazione dei contratti di lavoro nazionali sarà oggetto della revisione dei criteri di accreditamento in via di perfezionamento con il necessario e opportuno confronto con le parti sindacali. Si condivide la necessità di ridefinire la filiera dell'offerta assistenziale residenziale e semiresidenziale, con un'analisi dei costi e una necessaria revisione tariffaria. Il lavoro dei tavoli tecnici continua con l'obiettivo di verificare il nuovo fabbisogno dei posti letto ridefinendo l'offerta assistenziale residenziale e semiresidenziale.
“Quanto infine al fabbisogno di OSS – conclude la nota - va ricordato che recentemente la Giunta Regionale ha approvato il bando per il finanziamento, tramite le risorse FSE+ 21-27 che ammontano ad oltre 2,8 milioni di euro, di venti corsi gratuiti che consentiranno di qualificare 600 nuovi operatori socio sanitari con possibilità di replica a seconda dei fabbisogni”.
28 marzo 2023
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