Slow Medicine contro Tennis & Friends: “Ma che c’entra lo sport con i test diagnostici?”
di Antonio Bonaldi
10 OTT -
Gentile Direttore,
mentre è in corso un nutrito dibattito sui finanziamenti per la sanità, la modulazione dei ticket, la carenza di medici, la riduzione delle liste d’attesa e più in generale la sostenibilità del Sistema Sanitario, al Foro Italico di Roma, si aprirà la 9° edizione di
Tennis & Friends dove tra l’altro, famosi personaggi del mondo della cultura, dello sport e dello spettacolo intratterranno il pubblico in attesa di effettuare check-up gratuiti e visite specialistiche.
La manifestazione è sostenuta dalle massime istituzioni dello Stato, tra cui la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca, il Ministero della Salute, la Regione Lazio, il CONI e le maggiori Federazioni Sportive.
Un weekend interamente dedicato alla salute e alla prevenzione, almeno secondo quanto dichiarato dagli organizzatori. Ma che relazione c’è tra benessere, salute e checkup? Secondo la scienza nessuna, o meglio un rapporto c’è ma purtroppo si tratta di un rapporto negativo!
In effetti, nonostante sembri ragionevole supporre che i check-up (test di laboratorio e indagini strumentali quali radiografie, ecografie, elettrocardiogrammi prescritti a persone in buona salute), siano un efficace strumento di prevenzione, questa pratica non ha alcun fondamento scientifico.
Studi pubblicati sulle più prestigiose riviste scientifiche internazionali hanno ripetutamente dimostrato che i check-up non producono alcun beneficio, né sulla mortalità, né tantomeno sulla morbosità e la qualità di vita delle persone a cui vengono somministrati. Anzi a causa della sovra-diagnosi e del conseguente sovra-trattamento producono effetti negativi sulla salute, oltre che comportare un ingente spreco di risorse che potrebbero essere utilmente impiegate per fra fronte alle ben note carenze del Servizio Sanitario: liste d’attesa, servizi di assistenza domiciliari, cure odontoiatriche, assistenza ai pazienti con patologie croniche, …
Queste conclusioni sono state peraltro riprese recentemente anche da
Nino Cartabellotta su questo stesso giornale, dopo che la Cochrane Collaboration, una delle più qualificate associazioni internazionali per la revisione dell’efficacia e della sicurezza degli interventi sanitari, ha pubblicato la sintesi dei risultati relativi agli studi più recenti che hanno riguardato oltre 250.000 persone.
Perché allora nonostante i reiterati appelli affinché le decisioni in materia di salute siano coerenti con le indicazioni della scienza, nella pratica le istituzioni continuano non solo a tollerare ma addirittura a promuovere iniziative, del tutto ingiustificate sul piano scientifico, che promettono salute e benessere ma che regalano malattie, preoccupazioni e sprechi?
Intendiamoci, svolgere attività fisica è molto utile per la salute e promuovere lo sport è un’iniziativa assolutamente lodevole che va incoraggiata e sostenuta, tenuto conto anche del fatto che i bambini e gli adolescenti italiani sono all’ultimo posto in Europa per livello di attività fisica giornaliera. Ma per favore rimaniamo nel campo della promozione dello sport e delle attività sportive. Ci sono così tante belle cose da proporre in questo ambito senza necessariamente sconfinare nella medicina!
Confondere la tutela della salute con la somministrazione di test ed esami specialistici a persone in buona salute è un grave errore, non privo di conseguenze deleterie. A questo riguardo sarebbe opportuno che le istituzioni e le società sportive fossero più attente alle indicazioni che giungono dal mondo scientifico e non si lasciassero ingannare dalle sirene del mercato e del consumismo.
La salute è la cosa più importante che abbiamo e non possiamo stare al gioco di chi intende farne occasione di spettacolo e profitto, attraverso messaggi accattivanti e mistificanti, che nulla hanno a che fare con essa.
È confortante constatare che, almeno da quel che appare, nessuna Società scientifica medica sia ufficialmente implicata nella manifestazione, ma sarebbe auspicabile che anche i singoli professionisti non prestassero la loro opera a favore di manifestazioni dal chiaro sapore consumistico che si propongono, tra l’altro, di diffondere tra la cittadinanza e in particolare tra gli studenti la pratica dei checkup la cui utilità è stata chiaramente smentita dalla scienza ufficiale.
Vogliamo anche sperare che il nuovo Ministro della salute, prima di dare il proprio sostegno a manifestazioni che si propongono di promuovere la salute si informi e valuti con attenzione ciò che viene proposto, affinché le attività siano coerenti con le raccomandazioni che giungono dal mondo scientifico e soprattutto non siano dannose e fonte di disinformazione nei giovani studenti. Su quest’ultimo punto anche il nuovo Ministro dell’Istruzione Università e Ricerca dovrebbe tener alta l’attenzione.
Antonio Bonaldi
Presidente di Slow Medicine
10 ottobre 2019
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