Punti nascita. La Regione Veneto inventa la figura dell’anestesista ostetrico e mistifica la realtà
di Attilio Terrevoli
08 MAG -
Egregio Direttore,
faccio eco all’
intervento del Presidente dell’Associazione dei primari di anestesia del Veneto in merito alla questione dei punti nascita, oggetto della delibera regionale 2238 del 23 dicembre 2016, che riduce in alcune strutture i livelli assistenziali al di sotto dei minimi previsti dall’accordo Stato regioni e dal Ministero.
Premetto che nessuna delle OOSS della dirigenza medica, interlocutori istituzionali della Regione, è stata sentita in merito alla dgr in questione.
Ben lungi dall’interferire con la programmazione regionale su numero, sede e dimensione dei punti nascita, resta inderogabile il livello minimo di sicurezza che prevede la presenza H24 in ogni punto nascita di anestesista, ostetrico-ginecologo e pediatra, come le normative nazionali ed il buon senso richiedono.
Non esiste quindi alcuno spazio di confronto se non su questa base; di ogni e qualsiasi conseguenza dell’insufficiente sicurezza organizzativa dovranno rispondere giuridicamente, moralmente e politicamente la regione e le aziende interessate: gli anestesisti non faranno da parafulmine alle loro inadempienze.
L’adombrata figura dell’anestesista ostetrico che risolverebbe ogni problema, oltre ad essere inesistente è una mistificazione della realtà: l’anestesista potrebbe anche avere competenze ostetriche e pediatriche ma rimane un solo medico al posto di tre, oltretutto talvolta caricato della gestione della guardia di interi (se pur piccoli) ospedali.
Strana situazione quella degli anestesisti che, a seconda delle necessità, a vote sono chiamati a sobbarcarsi compiti e responsabilità che esorbitano dalle proprie risorse e talvolta competenze, altre invece si tenta di escluderli da quelle stesse attività che gli sono state richieste per anni (vedi la questione emergenza) …
Attilio Terrevoli
Presidente regionale Aaroi Emac Veneto
08 maggio 2017
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