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Il Gemelli, le prescrizioni e le gestanti: “Abbiamo un problema”. Lettera aperta al Prof. Scambia

di Elisabetta Canitano e Adriana Bruno

06 NOV - Gentile Direttore,
le sottoponiamo questa lettera aperta al Professor Giovanni Scambia che si inserisce nel dibattito sulle prescrizioni regionali, e sulla relazione fra accreditato e pubblico, e sulle linee guida e la loro forza in pratica.
 
Elisabetta Canitano e Adriana Bruno 
Ginecologhe
 
Gentile Professore Scambia,
Le scriviamo a nome anche di altri colleghi per chiederle una cortesia, che crediamo interesserà molti. Ultimamente il Policlinico Gemelli ha messo a disposizione del RECUP una parte delle prestazioni e questo in effetti ha migliorato le liste d'attesa per le ecografie ostetriche.
 
I colleghi specialisti però, forse proprio per la formazione universitaria che spinge, lodevolmente per alcuni versi, a "saperne di più" hanno poca dimestichezza con il protocollo di maternità del ‘98, con le linee guida dell'ISS e con il nuovo protocollo siglato ma non ancora applicato.
Le gestanti seguite nei nostri Consultori quindi tornano spesso con consigli a voce o appunti a mano scritti in fondo alla risposta ufficiale dell'ecografia per eseguire altre analisi che noi o i Medici di Medicina Generale dovremmo trascrivere su ricettario regionale.
Riteniamo che sarebbe necessario e opportuno il Suo autorevole intervento organizzativo, necessità che discende  da qualche considerazione:

1. il Policlinico Gemelli ha in dotazione il ricettario regionale e quindi quando i colleghi (come è nel loro diritto) ritengono che sia necessario, in scienza e coscienza, prescrivere un ulteriore esame, dovrebbero usarlo per richiedere questi esami diciamo “fuori protocollo”. Altrimenti l'onere dell’eventuale inappropriatezza della prestazione, che sarebbe contestabile e sanzionabile dalla Regione, ricadrebbe sulle spalle del trascrittore della loro indicazione, invece che sul prescrittore, che potrebbe invece, se interpellato, spiegare le sue buone ragioni all'organismo di controllo.

2. sarebbe comunque da noi più gradito, visto che le pazienti che afferiscono al Gemelli sono pazienti seguite con continuità dalle nostre strutture, che i colleghi ci scrivessero due righe, spiegandoci perché a loro parere siano necessari ulteriori accertamenti, e lasciando a noi la decisione finale, della quale in quel caso saremmo in grado di prenderci la totale responsabilità.

3. esiste un protocollo nazionale del 1998 confermato dalle linee guida dell’Iss e anche un  nuovo protocollo già siglato ma non ancora applicato, simile peraltro alle linee guida di tutta Europa per la gestione della gravidanza a basso rischio, che noi seguiamo, e pur comprendendo lo spirito accademico come sopra detto, non le posso nascondere che questo comportamento, difforme dai nostri usuali orientamenti, provoca grande imbarazzo a noi e alle gestanti da noi seguite, anche per la giustificata stima che merita il Policlinico Gemelli e la Sua struttura.
 
Certe che nel suo ruolo di Direttore del Dipartimento per la tutela della salute della donna e della tutela della vita nascente, e recentemente anche di Presidente SIGO, vorrà, con la disponibilità che la contraddistingue, venirci incontro e mettere fine a questo piccolo malinteso procedurale.
 
Dott.ssa Elisabetta Canitano
Dott.ssa Adriana Bruno

06 novembre 2016
© Riproduzione riservata

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