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Per abbattere le liste d’attesa pensiamo ai sanitari

di Marco Ceresa

18 LUG - Gentile Direttore,
al di là dei motivi della recente impasse del decreto sulle liste di attesa, si dovrebbe evidenziare, che non si può pensare di abbatterle strutturalmente senza affrontare i problemi dei sanitari e la loro carenza.

Servirebbe celermente l’annullamento dei tetti di spesa, almeno per il personale indispensabile a garantire i Livelli Essenziali di Assistenza, per i quali di per sé non potrebbero esserci limiti di budget. Dovrebbe essere chiaro, che soddisfare i bisogni primari di salute dei cittadini, genera ben-essere e qualità di vita, nonché risparmi ben superiori ai costi.

Occorrerebbe urgentemente valorizzare la competenza, quale criterio essenziale anche nella sanità pubblica, al posto del prevalere nei concorsi dei criteri carrieristici, limitati assurdamente alla permanenza nel sistema pubblico stesso (inutilmente autoreferenziale in tempi in cui certo non è più appetibile …. vetuste le stesse procedure concorsuali, che spesso ormai vanno deserte).

Appare oggi ingiustificata, a parità di ore lavorate, la disparità remunerativa fra i medici che nel pubblico scelgono o meno l’esclusività. D'altronde sembra sancita la necessità di richiedere a tutti prestazioni oltre l’orario di lavoro, occorrerebbe anche andare al di là delle vecchie forme contrattuali.

Sarebbe finalmente necessario consentire scambi di personale con pari competenze, anche fra privato e pubblico, oltre che fra pubblico e privato (emorragia ben nota … ma di fatto poi senza possibilità di ritorno).

Il privato convenzionato fornisce da tempo le stesse prestazioni del pubblico. Ormai analoghi dovrebbero quindi essere i criteri di reclutamento del personale, visto che analoga deve essere la garanzia di qualità delle prestazioni erogate al cittadino.

Solo sanitari liberi di lavorare dove si sentono valorizzati per le proprie competenze, operano volentieri e bene, cosa che li porterà più facilmente ad accettare di effettuare le prestazioni aggiuntive richieste.

Appare incredibile inoltre, che nonostante la grave carenza di personale che ci costringe ad andare a cercarlo all’estero, persista ancora numeroso il precariato in sanità; ciò accade a causa della assenza di normative adeguate a stabilizzarlo, che ne riconoscano la competenza e l’idoneità, anche acquisita con l’attività prestata.

Si auspicano concreti adeguamenti normativi ed investimenti, per quello che da sempre è considerato il bene primario per tutti al di là d’ogni differenza ideologica, la salute ….

Marco Ceresa
Medico

18 luglio 2024
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