Gentile Direttore,
non vorerei abusare della sua disponibilità proponendoti con tanta frequenza lettere e interventi sulla sanità delle Marche, ma la nostra è una Regione modello per chi sta governando l’Italia e quindi i segnali che vengono da qui hanno una particolare rilevanza. La nostra navicella, oggi uso questa metafora, sta viaggiando nello spazio turbolento della nostra sanità con un gruppo di comandanti populisti che sta facendo strame di quella che era una sanità in difficolta, ma con una solida impostazione certificata a livello centrale sia come tenuta economica (è una delle tre Regioni benchmark), che come erogazione dei LEA (buoni risultati agli ultimi monitoraggi ministeriali, per quel che valgono, sia con la griglia LEA che con gli indicatori del Nuovo Sistema di Garanzia).
Dove la nostra navicella segue un percorso impazzito è sui programmi di edilizia sanitaria. Ho già informato qui su QS sul disallineamento dei programmi di edilizia sanitaria dal DM 70, come ho informato su un progetto di adeguamento di un ospedale di area disagiata con un ipotetico sviluppo di una chirurgia ad alta complessità con posti letto di terapia intensiva post-operatoria. Ieri si è aggiunta un’altra “perla” ai programmi di edilizia sanitaria della regione Marche: il progetto del nuovo Ospedale di Pesaro. Stralcio dal Comunicato Stampa della Regione alcuni passaggi “Con il disco verde dell’ANAC per la gara di progettazione, parte la più grande gara d’appalto mai realizzata nella storia della Regione Marche: oltre 200 milioni di euro per il nuovo ospedale di Pesaro, una struttura che la seconda città delle Marche e tutta la sanità regionale aspettavano dal 1969... Oggi l’ospedale ha 285 posti letto di ricovero ordinario, noi li porteremo a 382 che potranno arrivare a 460 in caso di emergenza.”
In questo comunicato Stampa ci sono i tre principali ingredienti della sanità marchigiana in salsa centrodestra populista: la ricostruzione falsata della realtà storica, il sovrano disinteresse per le norme e la indifferenza verso i vincoli economici e di personale. La ricostruzione falsata consiste nel dimenticare che, come scrissi a suo tempo su QS, il Progetto del nuovo Ospedale di Marche Nord che integrava strutturalmente i due Ospedali di Pesaro e Fano era in dirittura d’arrivo quando nell’ottobre del 2020 si insediò la nuova Giunta di centrodestra che bloccò tutto.
Più importante ancora la questione del sovranno disinteresse per le norme. La programmazione delle Marche è totalmente sballata rispetto alle indicazioni del DM 70 e questo progetto dell’Ospedale di Pesaro (con a pochi chilometri l’ospedale di Fano pure dotato di un DEA di primo livello, ospedale che rimarrà con tutte le sue attuali funzioni) non trova capienza nei limiti posti dal DM 70 né come posti letto (assurdamente aumentati dal progetto a Pesaro di un enorme ordine di grandezza) né come numero di discipline (nelle Marche ci saranno 14 terapie intensive e 12 unità di terapia intensiva coronarica contro le 10 da DM 70).
Quanto ai vincoli economici e di personale, le Marche sono messe malissimo visto che già nel 2022 80 milioni di euro di spesa del personale compatibili col tetto di spesa del personale non sono stati spesi per rimanere nel tetto di spesa complessivo. Già da un anno l’ospedale di Pesaro fa largamente ricorso alle cooperative per la copertura dei turni. Un problema che si è accentuato con la riapertura del Punto Nascita, vicenda di cui pure ho già scritto.
In una situazione come questa leggere quel Comunicato Stampa sul nuovo Ospedale di Pesaro mi fa pensare che la navicella Marche sia uscita dai radar (o cosa sono oggi) della stazione di controllo di Roma. Leggere che a esprimere un parere positivo sul progetto dell’Ospedale di Pesaro sia l’ANAC, mentre il Ministero della Salute continua a tacere, mi fa chiedere se anche per l’autonomia differenziata in sanità le Marche siano diventate il modello di riferimento del Governo e del Ministro.
Claudio Maria Maffei