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Costruire tanti immobili per ricostruire il Ssn: ma è proprio utile ?

di Alessandro Giustini

29 AGO -

Gentile direttore,
i problemi sempre più gravi del nostro Servizio Sanitario sono evidenti e da tutti percepiti, almeno da parte dei Cittadini, forse molto meno da coloro (politici ed amministratori )che hanno il compito di amministralo ed hanno in gran parte le respinsabilità della grave situazione attuale: assenza di risposte adeguate ai bisogni vecchi e nuovi, inaccettabili liste di attesa dove i servizi pure esistono, carenza di personale e di prestazioni adeguate, frammentazione regionale ed aziendale che produce spreco ed incapacità di programmazione, crescenti dubbi su ruolo e capacità operativa del Ministero e degli organismi nazionali e regionali.

Un grande dibattito, promosso anche da QS, ha con estrema chiarezza evidenziato che il tema essenziale è prima di tutto la carenza del personale per assolvere ai compiti del SSN, personale ben formato in Italia che però sovente va all’estero a lavorare per motivi economici e professionali. Quindi il tema sono gli stipendi per questi professionisti e la vetustà della organizzazione professionale che non attrare e motiva i giovani di valore come fanno altri Paesi europei.

Il tema generale è la inadeguatezza del finanziamento nazionale al SSN che causa questa situazione del personale , ma che anche causa insufficienza e vetustà delle attrezzature mentre la tecnologia mostra come le cure (efficacia, rapidità, diffusione, tempestività..) possano migliorare.

Altra gravissima conseguenza del sottofinanziamento è che la prestazioni offerte ai Cittadini (i LEA ) sono inadeguate alle evoluzioni di evidenza scientifica per ottimizzare le cure (basti persare alle prestazioni di protesi ed Ausili per le persone con Disabilità). Quindi non abbiamo da anni i Lea ma circola la “voce” che si delibereranno i nuovi LEA a spesa invariata. Sarebbe come dire che gli Italiani dovrebbero potersi comprare i medesimi beni di tanti anni fa con le medesime disponibilità ma con una inflazione annua del 7-8 %: del tutto assurdo.

Ne conseguirebbe che disponibilità e qualità delle prestazioni si ridurranno fortemente: i Cittadini dovranno aumentare le loro spese private o rinunceranno alle cure.

Per fortuna si sta lavorando sulla revisione dei “famigerati “ DM 70 e 77 che sono la manifestazione di quanto la concezione organizzativo –gestionale e scientifico-clinica del nostro SSN sia rimasta immobile da troppo tempo: basti pensare che alcune Discipline furono semplicemente dimenticate nella definizione anni fa del DM 70 per gli Ospedali e che nella ipotesi del sistema territoriale DM 77 si sono dimenticate del tutto leggi nazionali approvate da Ministero e Regioni che contemporaneamente il Ministero stesso stava portando avanti (ad es. Piano di indirizzo e Percorsi appropriati per la Riabilitazione). Questa revisione è forse l’unica azione valida che è iniziata per riorganizzare il SSN e per “salvare” i Diritti Costituzionali dei Cittadini dando unitarietà, continuità ed appropriatezza alle cure con particolare riferimento alle problematiche della Cronicità e della Disabilità.

Gli stessi LEA debbono ovviamente collimare con i risultati della riorganizzazione dei DM 70 e 77 allo scopo di realizzare una reale loro possibilità di erogazione a tutti i cittadini che ne abbiano bisogno.

Ma il punto cruciale è che il Sistema Sanitario ha bisogno di una disponibilità economica molto maggiore di quella attuale e non debbono esser confusi con questo tema i fondi del PNRR che possono servire solo ad opere murarie di dubbia utilità. Questo falsifica la discussione.

E neppure sono utili i grandi fondi sottratti alla fiscalità nazionale dai favori alla cosiddetta “Sanità Integrativa” meglio definibile come “affari delle Compagnie Assicurative” che nel contempo sottraggono soldi veri ai cittadini dando in cambio servizi spesso inadeguati specie per i bisogni più complessi che crescono (anziani, disabili, fragili e cronici) che viceversa rimangono a carico del SSN.

Ma invece la discussione dei politici e degli amministratori regionali si sta spostando sul tema indicato dal PNRR della costruzione di migliaia di nuove strutture (forse prevalgono pulsioni campanilistiche o interessi di appalti ?) Peraltro queste strutture sono in gran parte frutto di una previsione teorica e di una concezione delle attività di prossimità e continuità delle cure che è vecchia di almeno 20 anni come giustamente ha scritto Bartoletti. Nuove strutture che potrebbero esistere tra molti anni e per le quali il personale dovrebbe esser ne più ne meno il medesimo che già oggi è ampiamente insufficiente, ma con l’aggravante di rendere più complesso il sistema che deve funzionare attorno alla Persona bisognosa di cure.

Costruire ed ammodernare le strutture è senza dubbio una operazione di cui il SSN ha bisogno (pensiamo alla enorme quantità di presidi anche ospedalieri che non hanno neppure la certificazione antisimica) ma qui si ha la sensazione di una “pioggia” dall’alto senza programmazione organica.

Dobbiamo domandarci quale sia la priorità in un momento di così grave criticità: la risposta è senza dubbio finanziare maggiormente il SSN per le problematiche del personale e dei costi da affrontare per le prestazioni. E fare questo alla luce della revisione urgente del sistema ospedaliero e territoriale: risorse ed organizzazione oggi e non tra tanti anni.

Alessandro Giustini

Già Presidente della Società Italiana e della Società Europea di Medicina Fisica e Riabilitativa.



29 agosto 2023
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