Gentile Direttore,
dopo aver minacciato di indire lo Stato di Agitazione per l’inadempienza di parte Regionale degli accordi siglati nell’ultimo anno, a settembre scorso tutte le sigle dell’Intersindacale della Dirigenza dell'Area Sanitaria Toscana hanno firmato un documento in cui la Regione Toscana si impegna a mettere in campo azioni volte a superare le principali criticità sia di tipo economico che organizzativo, anche attraverso l’istituzione di specifici gruppi di lavoro. I tavoli di discussione riguardano l’attuazione del Decreto Calabria, la riorganizzazione degli ospedali di base, la perequazione degli stipendi e le regole su assunzioni e mobilità ed altro.
Nonostante tutto ciò, continuiamo a constatare che alcune aziende sanitarie operano in contrasto con i punti previsti nel documento, minando di fatto quello spirito collaborativo che ha portato alla sigla dell’accordo regionale, trincerandosi dietro l’autonomia e la discrezionalità delle aziende in merito alle impostazioni organizzative differenziate. Ci pare che questo sia usato come alibi per bloccare e aggirare il potere di indirizzo regionale. D’altra parte, la Regione se ne fa scudo, decidendo di non intervenire su questi aspetti.
Portiamo ad esempio alcune specifiche questioni:
E ancora:
Sottolineiamo, inoltre, che, nonostante richiamata più volte tale criticità, permangono le ingiustificate e palesi differenti organizzazioni fra aziende in relazione alle stesse discipline, talvolta anche nel mancato rispetto delle applicazioni contrattuali e normative (vedi ad esempio la gestione all’interno dei dipartimenti farmaceutici).
Ma la Regione non dovrebbe avere tutto l’interesse a rendere omogenei i comportamenti delle varie aziende sanitarie, stabilendo regole comuni che peraltro vengono discusse e concordate nei tavoli sindacali regionali?
Purtroppo Regione Toscana, Regione d'eccellenza, è in piena crisi finanziaria con una spesa di circa 8 miliardi di euro rispetto ai 7,5 miliardi disponibili.
Si adducono motivazioni: Covid, caro energia, spesa del personale e sono iniziati i rimpalli accusatori tra le diverse forze politiche e tra il governo locale, regionale e nazionale…Solite manifestazioni e intanto la politica non si prende responsabilità e non prende decisioni. Lasciando sul fronte gli operatori sanitari, sempre più impegnati, vessati e malpagati in logistiche difficili e strutture vetuste o sovraffollate a cercare di rispondere ad una sempre maggiore e pressante richiesta di salute.
Dr. Luigi De Simone