Fimmg Emilia Romagna: “Non servono chiusure ma un confronto aperto”
04 LUG - In relazione a quanto contenuto nell’articolo “Emilia Romagna. L’Assessorato risponde alla Fimmg: “Nostri interventi si fondano su efficienza e innovazione” pubblicato su Quotidianosanità.it Emilia Romagna del 30 giugno 2016, si ritengono utili e necessarie alcune considerazioni e qualche risposta.
1) Software Unico : il citato “percorso avviato dalla Regione per lo sviluppo di una cartella clinica informatica unica per tutta la Regione” risponderà anche alla Legge di Stabilità 2016, ma la stessa Legge è stata approvata il 28 dicembre 2015, mentre il percorso regionale Emilia Romagna è iniziato nel 2012. Una preveggenza di 4 anni ci pare improbabile. Evidentemente le motivazioni reali vanno ricercate altrove.
Ci sfugge anche la consecutio logica nell’affermazione che alcuni medici abbiano collaborato “sia nella fase preliminare di predisposizione degli atti di gara che nella progettazione della cartella e sperimentazione della stessa” e la conclusione “dunque nessuna limitazione al diritto di scegliere gli strumenti più adatti”: forse l’Assessorato è incorso in una svista, intendendo dire “dunque nessuna limitazione nell’adottare gli strumenti che noi riteniamo i più adatti”. Per quanto riguarda la dichiarata constatazione che la “reazione di chiusura contrasti con il lavoro comune (??) fatto” basta la considerazione che i legittimi rappresentati della stragrande maggioranza dei Medici di Famiglia della regione hanno da sempre chiaramente espresso, e motivato sia sul piano professionale che tecnico, la ferma opposizione alla imposizione del software unico.
Infine leggiamo : “Né possono avere spazio altri interessi che non siano quelli di offrire il servizio migliore, più efficiente ed efficace ai cittadini di questa regione” : preferiamo interpretare questa affermazione, altrimenti insinuazione inaccettabile, come un ripensamento dell’Assessorato sui propri obiettivi ed interessi nella vicenda; una lettura diversa, altrimenti sarebbe, da sola, sufficiente ad impedire la partecipazione della FIMMG ad incontro con l’Assessore che giunge dopo 18 mesi dalle nostre ripetute quanto inascoltate richieste, e solo dopo la dichiarazione dello stato di agitazione.
2) Case della Salute: la Fimmg, a livello nazionale, regionale ed aziendale, non solo non è mai stata contraria ad un progetto complessivo di riorganizzazione dell’assistenza territoriale ma ne è stata invece parte propositiva e realizzativa. Le citate Unità Complesse di Cure Primarie sono state concordate nel vigente accordo nazionale della Medicina Generale sottoscritto dalla Fimmg, e non recepite come attuabili negli accordi regionali dell’Emilia Romagna per volontà della regione stessa, al contrario delle AFT realizzate come Nuclei di Cure Primarie con la piena adesione e collaborazione della Fimmg stessa. Concordiamo quindi con la affermazione “non servono chiusure ma un confronto aperto” e quindi, saremo presenti all’incontro del 13 luglio sperando che lo stesso rappresenti un cambiamento dell’atteggiamento dell’assessorato e l’inizio appunto di un confronto aperto.
Renzo Le Pera
Segretario Generale Regionale Fimmg Emilia Romagna
04 luglio 2016
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