Rsa. Il Lazio promette mano dura con chi non rispetta le regole. Annunciato anche un think tank di esperti per ripensare tutto il modello di assistenza agli anziani
L'assessore D'Amato: “Saremo molto severi con tutti e dove emergeranno situazioni gravi si procederà alla revoca dell'accreditamento con il Ssr. Chi ha tradito gli anziani non può stare nel servizio sanitario regionale. In molte circostanze quello che abbiamo visto non è accettabile”.
11 MAG - La Regione Lazio sta lavorando alla formazione di un “think tank” sulla riforma dell’assistenza agli anziani e delle Rsa. Il gruppo di lavoro sarà formato da “autorevoli rappresentai del mondo scientifico, della comunicazione, della sanità e del mondo religioso”. Ad annunciarlo è stato ieri l'assessore alla Sanità e l’Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio
Alessio D’Amato, in occasione della videoconferenza della task-force regionale per il COVID-19.
D’Amato ha spiegato che nel corso dell’emergenza coronavirus sono state già monitorate "oltre 600 Rsa”. “Quando dico monitorate, intendo con ispezioni in loco per la verifica degli adempimenti prescrittivi dati già nel febbraio scorso dalla Regione”, ha spiegato D’Amato.
L’assessore ha quindi spiegato che “dove ci sono situazioni di criticità, vengono svolti audit per verificare la piena applicazione delle indicazioni regionali date. Lì dove emergono situazioni serie e gravi si è proceduto anche a interi svuotamenti di strutture che non corrispondevano agli adempimenti indicati, e a segnalare all'autorità competente eventuali irregolarità".
Per il futuro prossimo D’Amato ha fatto sapere che la Regione sarà “molto severa con tutti e dove emergeranno situazioni gravi si procederà alla revoca dell'accreditamento con il Ssr. Lo voglio dire: chi ha tradito gli anziani non può stare nel servizio sanitario regionale”.
Al lavoro, dunque, per un nuovo corso dell’assistenza agli anziani nel Lazio. “Occorre ripensare complessivamente alla rete di assistenza degli anziani, che - ha detto D’Amato - a mio avviso deve essere maggiormente adeguata alle esigenze che gli anziani hanno in termini di pluripatologie e cronicità. In molte circostanze quello che abbiamo visto non è accettabile”.
11 maggio 2020
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