Coronavirus. Gli Ordini dei farmacisti del Lazio a Zingaretti: “Fornite anche noi di mascherine”
"Chiediamo essere dotati al più presto e con la massima urgenza di idonei dispositivi di protezione individuale per garantire la necessaria protezione dal rischio di contagio. Si chiedono tamponi orofaringei e adeguate mascherine di protezione per continuare a restare sul campo, al servizio della comunità". Così in una lettera gli Ordini dei farmacisti di Roma, Rieti, Latina, Frosinone e Viterbo.
02 APR - "In un contesto di emergenza sanitaria, come quello che stiamo vivendo, per rafforzare il sistema sanitario ed adeguarlo alla situazione, bisogna mettere il personale che vi lavora in condizione di poter affrontare l’epidemia operando in assoluta sicurezza".
Questo l'incipit della lettera inviata dagli Ordini dei farmacisti di Roma, Rieti, Latina, Frosinone e Viterbo al presidente della Regione,
Nicola Zingaretti, e all'assessore alla Sanità,
Alessio D'Amato.
Nel testo si ricorda come, purtroppo, da quando è iniziata l’emergenza coronavirus, "la situazione lavorativa dei farmacisti è diventata sempre più preoccupante", al punto tale che già si sono registrate tre vittime:
Lorenzo Repetto,
Raffaele Corbellini e
Paolo D'Ambrogi.
"In tempi di Covid-19, con il rischio che aumenta per tutti, ed i casi che si diffondono ogni giorno, nonostante la carenza di mascherine, guanti monouso e disinfettanti, i farmacisti svolgono il loro lavoro consigliando, rasserenando, dispensando ed ascoltando gli utenti così come fanno tutti gli altri operatori che garantiscono i servizi essenziali - si legge nel testo -. È vero, anche nel Lazio sono state emanate delle direttive che consentono in caso di necessità di svolgere il servizio farmaceutico a battenti chiusi, ma, purtroppo, questa modalità non è sempre praticabile e quindi molti farmacisti si trovano ad operare con protezioni inadeguate, con la conseguenza che se malauguratamente uno di essi risultasse positivo al Covid-19, l’esercizio verrebbe chiuso per essere sanificato ed i suoi colleghi messi in quarantena".
"Non tutelare adeguatamente i farmacisti è un grande errore, che si riflette sui cittadini in quanto gli viene negato il diritto di poter continuare ad accedere ai farmaci di cui hanno bisogno così come hanno fatto finora. La capillarità del servizio farmaceutico in questo momento è più che mai fondamentale, perché consente di ridurre gli spostamenti inutili e, quindi, la stessa diffusione del contagio. Ad oggi le farmacie di comunità sono rimaste l’unico presidio sanitario del territorio al quale il cittadino si rivolge per avere risposte e conforto per i propri bisogni di salute e per le proprie paure. Se un farmacista o un suo collaboratore restano contagiati, si chiude temporaneamente anche la possibilità di avere a disposizione un presidio sanitario che garantisce e offre la sicurezza di un servizio fondamentale".
"Non vogliamo essere catastrofici ma ad oggi la situazione è grave, non ci vogliamo lamentare o essere martiri, ma solo evidenziare che ci sono state delle gravi mancanze in materia di tutela dei farmacisti, mancanza che ha imposto ai singoli di provvedere al meglio delle proprie possibilita’ a proteggersi cosìi da garantire sempre e comunque il servizio farmaceutico alla cittadinanza".
Da qui la richiesta di "essere dotati al più presto e con la massima urgenza di idonei dispositivi di protezione individuale per garantire la necessaria protezione dal rischio di contagio. Si chiedono tamponi orofaringei e adeguate mascherine di protezione per continuare a restare sul campo, al servizio della comunità, così come fanno ogni giorno, con coraggio, con generosità e competenza i medici, gli infermieri e tutti gli operatori che sono impegnati in questa emergenza".
02 aprile 2020
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