Vaccinazione antinfluenzale. Aumentare le coperture superando la media nazionale, questo l’obiettivo della regione Lazio
E la Fimmg propone anche la vaccinazione domiciliare. Mentre Federfarma punta sulla Dpc per agevolare l’approvvigionamento dei medici sul territorio. Eì quanto emerso nel corso dell’incontro organizzato a Roma da Quotidiano Sanità nell’ambito del più ampio progetto di approfondimento sulla governance delle regioni nel campo della vaccinazione antinfluenzale
08 OTT - “Dopo l’incremento registrato lo scorso anno per il numero complessivo di soggetti vaccinati, l’obiettivo è ora quello di proseguire nel trend di crescita fino a superare nel più breve tempo possibile la media nazionale”.
È questo l’obiettivo esplicitato dall’Assessore alla Sanità della Regione Lazio,
Alessio D’Amato, intervenuto nel corso dell’incontro organizzato a Roma da Quotidiano Sanità nell’ambito del più ampio progetto di approfondimento sulla governance delle regioni nel campo della vaccinazione antinfluenzale, sostenuto incondizionatamente da Sanofi Pasteur.
All’incontro di Roma hanno partecipato alcuni tra i maggiori protagonisti di questa importante azione di sanità pubblica che hanno discusso dopo le riflessioni presentate da
Claudio D’Amario, Direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute,
Giovanni Cirilli, Segretario Fimmg Lazio,
Alessandra Barca, Responsabile Area Prevenzione della Regione Lazio e
Donatella Morano in rappresentanza della Fimp Lazio, oltre al già citato Assessore D’Amato.
“La salute pubblica è un bene comune” ha sottolineato quindi
D’Amato “e se consideriamo che la Regione Lazio ha chiuso il consuntivo con un attivo di bilancio di 6 Milioni e 400mila euro partendo da un disavanzo di 2 Miliardi, abbiamo non soltanto la volontà politica ma anche la serenità programmatoria di puntare ancora più in alto. Il vaccino antinfluenzale è sicuro, completamente gratuito per gli over 65 anni, per i soggetti fragili e a rischio, per le donne in gravidanza e per gli operatori sanitari. Vaccinarsi è importante ed evita serie complicazioni di salute soprattutto nei soggetti più deboli e consente di evitare inutili accessi al pronto soccorso ma anche l’utilizzo inappropriato degli antibiotici per i quali si registrano picchi proprio in concomitanza con il periodo di incidenza influenzale più alta. Ma nessuna campagna vaccinale” ha avvertito D’Amato “può funzionare senza le cure primarie e senza collegare in maniera molto incisiva gli obiettivi economici di sostenibilità del sistema con gli obiettivi di salute. E questa “presa in carico” delle azioni di prevenzione è realizzabile soltanto con il forte coinvolgimento, in primis, della Medicina Generale e della Pediatria di libera scelta. Per parte nostra” ha quindi concluso” noi cercheremo di garantire la rete (anche informativa), la dovuta pressione comunicativa sull’importanza della salute collettiva e sono convinto che a fine campagna vaccinale la Regione Lazio saprà posizionarsi sopra la media italiana grazie a una migliore organizzazione e all’impegno di tutti.
Un impegno corale, un’alleanza come recita il titolo di questo ciclo di incontri regionali, del quale intendono essere parte anche i farmacisti del territorio che, per voce del Vice Segretario di Federfarma Roma,
Massimiliano Matteazzi, hanno offerto la più completa disponibilità ipotizzando la DPC del vaccino antinfluenzale. Un’agevolazione per i medici di medicina generale che potrebbero approvvigionarsi senza ritardi, in maniera del tutto controllata e in piena sicurezza per la conservazione dei prodotti.
I dati complessivi nazionali dell’immunizzazione antinfluenzale sono stati illustrati dal DG della Prevenzione del Ministero,
Claudio D’Amario, nel ricordare che, nella stagione appena passata in Italia, è stata registrata un’incidenza del 14x1000, con oltre 8 milioni di pazienti. Un impatto di salute molto importante anche dal punto di vista economico dal momento che fra costi diretti e costi indiretti l’influenza costa, in termini di malattia, oltre 6 miliardi di Euro l’anno. “Abbiamo un mondo molto complesso di soggetti fragili” ha sottolineato D’Amario “che hanno bisogno di azioni incisive di prevenzione e quindi bisogna aumentare le coperture. In questo momento il nostro Paese viaggia intorno al 53%, ben lontani dal 75% minimale richiesto. Bisogna lavorare ancora molto per diffondere una consolidata cultura dell’immunizzazione a cominciare dagli operatori sanitari”.
“Nella scorsa stagione influenzale” ha quindi fatto eco
Alessandra Barca, Responsabile Area Promozione della Salute e Prevenzione “nel Lazio sono stati segnalati 88 casi gravi con 15 decessi. Il modello organizzativo della campagna antinfluenzale della Regione prevede l’offerta gratuita attraverso la medicina generale, i pediatri, i servizi vaccinali delle ASL. Nella precedente stagione vaccinale il tasso di copertura raggiunto sulla popolazione anziana è stato del 52,3%, leggermente inferiore al dato nazionale, pari al 53,1% e abbiamo verificato che al picco influenzale corrisponde sempre anche un picco, sia auto prescritto sia prescritto dal medico, nel consumo inappropriato di antibiotici. Sul versante dell’organizzazione sanitaria ha sottolineato
Barca “ci sono delle azioni che vanno pianificate per tempo e con molta attenzione per migliorare la performance vaccinale come, per esempio, fidelizzare la classe degli anziani 65/69 anni ma anche lavorare molto sulla comunicazione che va mirata su ciascun target, non con dei format generici, ma con campagne culturali, d’informazione e formazione ben mirate”.
Superare la quota nazionale è l’obiettivo che ci dobbiamo dare ed è un dovere di tutti attivarci in tal senso. Questa la convinzione espressa da
Giovanni Cirilli, Segretario regionale Fimmg, “che si è detto convinto di riuscire con la Regione a trovare l’accordo per portare la copertura vaccinale al 75%. Nelle ipotesi formulate dai medici di famiglia anche l’impegno per i pazienti in cura domiciliare, non autosufficienti e a rischio.
“L’influenza” ha quindi sottolineato
Donatella Morano della Fimp Lazio “non è una malattia banale. È, al contrario, una malattia pericolosa non solo per i soggetti a rischio, ma anche per i sani ed è per questo che se da un lato è molto importante aumentare le coperture dei soggetti a rischio in età pediatrica, la vaccinazione del bambino sano (che è tra i principali diffusori del virus) riduce molto il cd. “burden” dell’influenza.
08 ottobre 2019
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