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Fials: “Devastanti gli effetti di ‘Quota 100’ senza nuove assunzioni subito”

Il sindacato evidenzia come il blocco del turnover “hanno prodotto a fine 2018 una carenza pari a 4.600 unità lavorative del settore sanitario tra medici, infermieri, tecnici e collaboratori amministrativi”. E se a ciò si somma la norma sull’anticipo pensionistico gli effetti saranno ancora più “devastanti”. Bocciato anche la misura sblocca tetto di spesa.

03 APR - “Gli effetti decennali del blocco del turnover dovuti al piano di rientro dal deficit accompagnati ai pensionamenti hanno prodotto a fine 2018 una carenza pari a 4.600 unità lavorative del settore sanitario tra medici, infermieri, tecnici e collaboratori amministrativi. Al contempo qualche deroga ha consentito di rimpiazzare soltanto piccole percentuali di professionisti quanto invece ai collaboratori sanitari ci si è affidati erroneamente a cooperative e manodopera in affitto. A queste carenze di personale così platealmente manifeste ci si andranno a sommare gli effetti del provvedimento cosiddetto ‘Quota 100’ che potranno essere devastanti per l’assistenza erogata senza la possibilità di avviare nuove assunzioni”.
 
E’ quanto riporta la nota della Segreteria Regionale Fials Lazio che dopo un’attenta disamina dei documenti in vigore tiene a precisare che: “Per quanto riguarda il personale infermieristico si stima che almeno il 53% di chi ha maturato i requisiti usufruirà del decreto e che nell’arco dell’intero anno potranno essere oltre 2.500, su un totale di 5.300, gli infermieri che andranno in pensione. Una carenza marchiana che a fine 2019 si concretizzerà in un deficit pari a oltre 6.000 infermieri nelle aziende sanitarie pubbliche di tutto il territorio regionale”.
 
“Di contro, il testo dell’emendamento che sarà inserito nel primo dispositivo normativo utile concordato tra i ministeri di Salute, Economia, Pubblica amministrazione e Regioni per lo sblocco del tetto di spesa del personale sanitario (che ad oggi impone alle Regioni di rispettare i valori di spesa del 2004 ridotto dell’1,4%) e considerato una panacea per il fabbisogno di personale consentirà al Lazio ben poca cosa – sottolinea la nota -. Vale a dire che solo a partire dal 2021, l’incremento di spesa del 5 per cento, viene subordinato all’adozione di una metodologia per la determinazione del fabbisogno di personale degli enti del Servizio sanitario nazionale. La ripercussione di questo testo anziché essere migliorativa per il territorio andrà ad amplificare la disomogeneità del Lazio rispetto alle regioni del nord. Visto che il Lazio deve rispondere ancora per quest’anno ai vincoli del piano di rientro dal deficit”. 
 
“Riteniamo che questa disparità non aiuti nessuno. Meno che mai i cittadini utenti del Servizio sanitario regionale che saranno sempre più portati, se le loro risorse lo consentiranno, a innumerevoli viaggi di turismo sanitario, al Nord, per curarsi. E chissà se anche i nostri professionisti per trovare un lavoro che li soddisfi. Vogliamo sottolineare che questo emendamento così strutturato sarà un danno per la nostra sanità e per la dannosa ripercussione sull’erario pubblico del Lazio. Il testo invece che supportare un processo di uniformità dell’offerta assistenziale andrà a migliorare esclusivamente la spesa delle Regioni cosiddette ‘virtuose’ che già, in questi ultimi 9 anni, sono state in grado di spendere maggiori risorse provenienti dai propri bilanci e a peggiorare quelle con i bilanci in passivo – conclude la nota Fials –. Ci chiediamo quale strada voglia intraprendere questo Governo e sollecitiamo chiarezza sui propositi venturi. Infatti induce forti preoccupazioni l’apertura della ministra della Salute Giulia Grillo a mutue e assicurazioni. Noi ci diciamo fortemente e inderogabilmente contrari. Chiediamo alla Regione Lazio di esplicitare con estrema trasparenza la propria posizione sull’argomento”.

03 aprile 2019
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